Ambrogio
Sogno del Primo Maggio: vivere a Milano con salari reali adeguati al costo della vita

L’occupazione è sempre più stabile. I contratti sottoscritti dai sindacati più rappresentativi coprono anche quest’anno, dati CNEL, il 97% dei lavoratori. Il lavoro povero però è crescente. Causa la crescita dell’occupazione in settori meno protetti dei servizi, per il mancato rinnovo dei contratti a scadenza, per l’abuso di part time involontario e per abuso di tirocini al posto di contratti di lavoro veri.
Il mancato recupero dell’inflazione degli ultimi anni comporta che i salari italiani non hanno ancora recuperato il valore reale di 10anni fa. Nell’area metropolitana milanese la situazione è emersa con maggiore forza data la crescita dei prezzi di beni di prima necessità, a partire dalla abitazione, maggiore che nel resto del paese. Nella realtà metropolitana più avanzata d’Italia gli stipendi del settore pubblico non sono più attrattivi e mettono in crisi settori di servizi fondamentali. La logistica e molti servizi a forte intensità di manodopera hanno salari che non permettono di vivere in città con autonomia. Gli esempi che permettono di indicare possibili soluzioni vengono da quei settori o grandi aziende che hanno sviluppato una contrattazione aziendale o territoriale.
L’incremento è stato attuato con due modalità, i contratti di produttività e con interventi di welfare aziendale. Questo è lo spazio dove una politica locale riformista può aprire una nuova stagione al patto per il lavoro. C’è spazio per aprire un confronto con tutte le rappresentanze del mondo del lavoro per favorire interventi che portino a rendere possibile vivere nella città metropolitana con salari reali adeguati al costo della vita. Buon primo maggio.
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