I fatti risalgono al 2017 e il rapporto continuò fino al gennaio 2019. Impartiva ripetizioni di inglese direttamente a casa del ragazzo la donna di 32 anni di Prato, già madre di un bambino di 11, e sposata, finì poi per soggiogarlo e violentarlo.

All’epoca il teenager aveva 13enne e frequentava la terza media. Durante il periodo passato insieme i due ebbero ricorrenti rapporti sessuali e l’insegnante privata rimase incita, dopo il parto la donna, percependo un allontanamento del ragazzo, minacciò di rivelare a tutti la paternità del neonato se lo stesso avesse messo fino alla relazione.

Decine di messaggi sono stati oggetto di un processo che ha avuto modo di accertare, tramite test del DNA, la verità dei fatti: “Quanti figli pensi di volere?”, scriveva l’adulta.

La Cassazione ora ha respinto l’ultimo ricorso della donna che dovrà scontare la condanna a sei anni, 6 mesi e 15 giorni di carcere per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minore. Finora ha scontato un anno ai domiciliari.

Nell’inchiesta è stato coinvolto anche il marito della 32enne, il quale sapendo che il bambino avuto dalla moglie era nato dal rapporto con il minore ha scelto di riconoscerlo, ritrovandosi indagato per alterazione di stato ma assolto dalla Corte.

Redazione

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