L’agricoltura biodinamica non può essere equiparata all’agricoltura biologica. La Camera dei deputati ha accolto l’emendamento di Riccardo Magi, di +Europa, e ha soppresso l’equiparazione che nei giorni scorsi era stata criticata fortemente da parte del mondo scientifico. Riserve erano state espresse anche dal Quirinale. La proposta di legge – dal nome “Disposizione per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” – aveva iniziato il suo cammino verso l’approvazione nel 2018, quando era stato esaminato in Commissione agricoltura alla Camera prima di essere approvato in Aula.

Il disegno di legge era passato al Senato dove gli onorevoli lo avevano modificato e ritrasmesso a Montecitorio con l’inserimento della tutela dell’agricoltura biodinamica. Il testo, approvato a Montecitorio con 421 voti a favore e nessun contrario, torna quindi a Palazzo Madama. Il relatore è Pasquale Maglione del Movimento 5 Stelle. I deputati firmatari 40 tra cui esponenti di Italia Viva, del Partito Democratico, dei 5 Stelle e della Lega. I riferimenti all’agricoltura biodinamica si trovavano negli articoli 1, 5 e 8. Il voto finale è stato rimandato di un giorno, un rinvio propiziato proprio dai due emendamenti abrogativi presentati da Magi. “Equiparare con un automatismo l’agricoltura cosiddetta biodinamica a quella biologica, come fa la norma in discussione, è antiscientifico”. Forti perplessità, sull’utilizzo del termine “agricoltura biodinamica” nel testo di legge, erano state sollevate già la scorsa estate nell’esame in Commissione Agricoltura.

La scuola Antroposofica di Rudolf Steiner

La fondazione dell’agricoltura biodinamica viene tradizionalmente datata a inizio Novecento. Rudolf Steiner, scienziato austriaco nato nel 1861 e morto nel 1925, era il padre dell’antroposofia, un movimento pseudo-scientifico che concepisce la realtà come una manifestazione divina in continua evoluzione. È considerato anche il padre del cosiddetto “nazismo magico”. La scuola antroposofica aveva la sua sede a Basilea, in Svizzera, e promoveva l’approccio biodinamico all’agricoltura: una maniera per migliorare la prestazione delle colture con metodi “naturali”.

A far discutere sono soprattutto le bizzarre teorie del movimento, propugnate nel testo Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’Agricoltura: in particolare i nove preparati nelle pratiche agricole legate alla disciplina. Come per esempio il preparato 500, detto “Cornoletame”, che consiste in un corno di vacca (che abbia figliato almeno una volta) riempito di letame che viene sotterrato durante l’inverno, estratto e sciolto in grande quantità di acqua per essere poi irrorato sui campi – preferibilmente in pomeriggi nuvolosi e subito prima della semina. Il preparato 505, invece, consiste in una sacca intestinale di bovini riempita con fiori di tarassaco essiccati da utilizzare poi in piccole quantità come compost sui terreni. E ancora il preparato 502: una vescica di cervo riempita con fiori di Achillea, sotterrata, sciolta in acqua e spruzzata sui campi.

Il metodo professato come infallibile per proteggere le coltivazioni di Steiner: scuoiare un topo giovane quando “Venere è nel segno dello Scorpione”, bruciare la pelle del roditore e spargere le ceneri nei campi. Il Foglio riportava come ci siano delle aziende pronte a produrre e recapitare i preparati: un chilo di cacca di mucca può arrivare a costare anche 75 euro, Iva esclusa. La scienza ha bocciato senza mezzi termini la disciplina: nessuna evidenza è stata provata in questi presunti preparati. Appare infine anche fin troppo generosa la definizione “pseudo-scienza”.

Le critiche all’agricoltura biodinamica degli scienziati

I detrattori definiscono la disciplina “omeopatia agraria”. La senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo aveva paragonato l’agricoltura biodinamica a “Stamina, una truffa scientifica”. Aveva evocato in Parlamento, lo scorso maggio, la “stregoneria” e l’“esoterismo”. Il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, in una lectio magistralis all’Università La Sapienza, aveva lanciato un allarme simile. Per lo scienziato si trattava di “norme assurde, contrarie al senso comune e francamente incostituzionali”. Come ha spiegato in un intervento su Huffington Post.

“Se un agricoltore rispetta il regolamento per l’agricoltura biologica, è evidente che produce automaticamente prodotti biologici, anche se segue i disciplinari della biodinamica, spruzzando sui campi infime quantità di preparati biodinamici tipici come il letame fatto maturare dentro corna di vacche (che hanno figliato almeno una volta) oppure fiori di Achillea che sono stati sepolti per vari mesi dentro la vescica di un cervo maschio. Ma se si va avanti nella legge si scopre che le associazioni dell’agricoltura hanno una corsia preferenziale: le associazioni biodinamiche riceverebbero un trattamento di favore rispetto alle associazioni semplicemente biologiche”, aveva osservato il Premio Nobel.

“Inserirla nella legge che regola il settore ha due significati negativi. Il primo culturale, l’altro economico”. Parisi aveva dichiarato infatti che il marchio ‘Biodinamica’ “è di proprietà di una società multinazionale con fine di lucro, la Demeter Int., che con il riconoscimento legislativo acquisisce un vantaggio competitivo rilevante rispetto ai tanti agricoltori che con serietà, onestà e sacrificio si sforzano di rispettare i disciplinari dell’agricoltura biologica”. L’appello del fisico era stato raccolto anche dal presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, così come l’Accademia dei Georgofili, con il suo presidente, Massimo Vincenzini.

“Gli appelli della comunità scientifica nazionale, che avevano trovato l’appoggio pubblico del Presidente Mattarella già nella cerimonia di consegna del Nobel a Parisi nel novembre scorso, non sono caduti nel vuoto – il commento di Riccardo Magi dopo l’eliminazione ai riferimenti alla biodinamica nella legge sull’Agricoltura Biologica – I miei sono stati gli unici emendamenti presentati in aula sul tema, caso più unico che raro. Emendamenti che avevo già presentato in Commissione a luglio, che al tempo erano però stati respinti all’unanimità da tutti i gruppi. Una battaglia combattuta già con coraggio dalla Sen. Elena Cattaneo al Senato. Piccole vittorie che spingono a non scoraggiarsi, anche quando i rapporti di forza numerici non sono dalla tua. Bene che manderemo al Senato un testo migliore, ma se il Parlamento avesse meditato sui miei emendamenti presentati in Commissione sarebbe stato ancora meglio”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.