Massimo D’Alema ha rilasciato una lunga intervista sul conflitto tra Hamas e Israele, e una frase mi ha colpito particolarmente. Secondo l’ex presidente del Consiglio, infatti, l’odio dei palestinesi contro lo Stato ebraico e l’Occidente costerà all’Italia bombe sui treni. Attentati, pertanto, come accadde per un aereo il 27 giugno del 1980, quando una bomba fece esplodere un DC9 Itavia nei cieli di Ustica con 81 vittime; delitto attribuito dai nostri Servizi al terrorismo palestinese per vendetta per la mancata scarcerazione del referente dell’Olp a Bologna Abu Saleh, arrestato, processato e condannato per il trasporto a Ortona di missili terra-aria, malgrado i tentativi del governo italiano di evitare che questo avvenisse. Una violazione, questa, secondo Arafat (che protestò con il governo italiano), del cosiddetto Lodo Moro, l’accordo che, dopo la strage palestinese di Fiumicino del 1973 (32 morti), consentiva il transito di armi attraverso l’Italia verso la Palestina in cambio della cessazione degli attentati nel nostro Paese.

Ricordo che, con sentenza passata in giudicato, anche per la strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto dello stesso anno è stata accertata l’esplosione di una bomba attribuita ad ambienti neofascisti, con inquietanti rapporti di questi ultimi con Thomas Kram, il braccio destro del famigerato terrorista rivoluzionario Carlos. Mentre per alcune di queste terribili stragi abbiamo sentenze passate in giudicato di assoluzione o di condanna, per Ustica viceversa è stata recentemente chiesta dal pubblico ministero Erminio Amelio l’archiviazione, alla quale si sono opposte le associazioni dei familiari che hanno chiesto al gip (che deciderà in autunno) di continuare a indagare.

Ciò che è sempre più paradossale, anche in considerazione di questa terribile previsione di D’Alema, è il perché a Bologna si continui a ritenere sacra la sentenza della bomba per le vittime alla Stazione dei treni e si insista invece per Ustica a correre dietro alle 35 fantasiose versioni di una fantomatica mai avvenuta battaglia aerea, mentre la sentenza penale della Cassazione passata in giudicato ha fatto riferimento – per l’avvenuto accertamento dell’esplosione di una bomba a bordo – alle 4mila pagine di perizia sottoscritte da 11 dei più famosi esperti aeronautici del mondo.

L’amara e autorevole considerazione di D’Alema non è pertanto soltanto un allarme per il futuro, ma anche un ulteriore elemento di riflessione per non archiviare la strage di Ustica, essendo ancora possibile arrivare a identificare mandanti ed esecutori materiali di quel terribile attentato.

Carlo Giovanardi

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