Scienze
Dalla scienza dipende l’evoluzione umana
Se la scienza in passato è stata fondamentale per lo sviluppo civile, culturale, democratico ed economico, oggi è decisiva anche per l’evoluzione della specie umana stessa – basti pensare a tecnologie come quelle della modificazione genetica o quelle che vanno sotto il nome di “intelligenza artificiale”. Non si tratta di tecnologie che sono “solo” atte a incidere sulla qualità della nostra vita, ma sulla possibilità di modificare la nostra stessa natura, determinare il futuro della specie umana e animale come mai prima d’ora. Alla fine degli anni ‘90 sembrava che il problema centrale fosse l’ostilità alla globalizzazione, che generò la galassia “no global” e, anche così, si posero le basi per ondate sovraniste. La sfida per le democrazie liberali era quella di proporre un’alternativa tra globalismo e neo-nazionalismi o protezionismi: occorreva investire nella globalizzazione dei diritti e della democrazia stessa.
La creazione della Corte Penale Internazionale del 1998, i trattati contro le mine anti-uomo o la moratoria per le esecuzioni capitali del 2007 furono esempi di azioni in questa direzione. Purtroppo, né gli Stati Uniti d’America né l’Unione europea seppero raccogliere in pieno questa sfida, e oggi – in mancanza di un rafforzamento di regole e istituzioni internazionali – il rischio è tornare indietro persino sul campo dell’economia, verso nuovi protezionismi. A marzo all’ONU si approverà un “Commento generale sulla scienza” che conterrà tutti gli elementi necessari a chiarire cosa occorra fare circa la libertà per gli scienziati di condurre ricerche e il diritto per i cittadini di goderne i benefici, passando per il bisogno di consentire un accesso aperto alle conoscenze. Non si tratta di un nuovo diritto, ma dell’applicazione concreta di decisioni prese dall’ONU mezzo secolo fa.
L’approvazione di quel documento impegnerà tutti gli Stati a rendicontare le politiche adottate in materia di scienza e tecnologia. Come accade per i diritti umani classici anche la scienza verrà affrontata prendendo in considerazione le leggi e politiche adottate per proteggerla e promuoverla. In un articolo pubblicato su Nature l’anno scorso, un gruppo di ricercatori africani ha lanciato un appello per costruire la scienza in Africa, sostenendo che «per lottare contro i cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione, al continente servono urgentemente ulteriori ricercatori cresciuti in casa». Rimanere “indietro” sul piano genetico o dell’accesso a informazioni sempre più pervasive non significa “solo” avere un tenore di vita più basso, può addirittura sfociare nel declassamento a una specie diversa e inferiore, non più in grado di condividere le stesse relazioni sociali.
La cooperazione multilaterale, che almeno sulla carta viene condizionata al rispetto dei diritti umani, dovrebbe progressivamente ampliare gli ambiti in cui articola il proprio sostegno. Ci sono centinaia di cooperazioni individuali tra università che vanno avanti da anni e con successo, ma il non aver elevato la scienza a tema prioritario di confronto e coinvolgimento anche con i paesi in via di sviluppo ha ulteriormente aggravato la mancanza di uno spazio scientifico unico e libero, gli ostacoli posti al movimento di scienziati, ricercatori, e studenti, oltre che i problemi nel vedere diplomi e altri titoli accademici riconosciuti, minano la ricerca scientifica.
Se la scienza è un diritto umano, e i trattati internazionali lo confermano, dobbiamo sollecitare le istituzioni internazionali a investire a livello globale nella libertà di ricerca, la condivisione della conoscenza e il godimento dei benefici della scienza applicata.
Per questi motivi il 25 e 26 febbraio prossimi abbiamo organizzato la Sesta Sessione del Congresso Mondiale sulla Libertà di Ricerca Scientifica alla Commissione dell’Unione africana. Con Premi Nobel, scienziati, accademici e rappresentanti governativi e istituzionali di tutto il mondo parleremo di ricerca sulle cellule staminali, medicina di precisione, salute riproduttiva, nuove tecniche di coltura e introduzione di nuovi prodotti sul mercato, oltre che di accesso libero alla scienza, open data e intelligenza artificiale per sottolineare i molti temi legati al “diritto alla scienza”. Se l’uguaglianza di tutti i cittadini, almeno nei punti di partenza, resta il punto centrale delle democrazie liberali occorre includere la scienza come alleato contro la negazione dello Stato di diritto.
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