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Il Diario di suor Faustina Kowalska, tra la misericordia e la costruzione di una relazione di fiducia
Novembre è il mese dei morti. Questo novembre, poi, è diventato il mese dei morti ammazzati con violenza strenua: un tempo in cui, come procedendo per antidoti di sopravvivenza, provare a meditare sulla misericordia, categoria significativamente ricorrente nella più recente produzione di film e libri (basti citare Misericordia di Emma Dante e Tutti chiedono compassione di Francesco Permunian). Ma anche certe mistiche hanno molto da dirci. Una, in particolare, che Giovanni Paolo II canonizzò: un’oscura suora polacca, Faustina Kowalska, autrice di un Diario sorprendente, lei, figlia di poveri contadini morta a 33 anni, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Preda di abissali visioni di luce e tenebra, il Diario, con esattezza di parole al contempo ardente e umile, insiste sul fatto che Dio soffre perché gli uomini non hanno fiducia in Lui. “L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh! Quanto Mi ferisce la diffidenza di un’anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella mia bontà” (Diario, 300).
Ed è intorno alla costruzione di una relazione di fiducia che si snoda la vita spirituale di Faustina. Il “Diario” ci avvolge spesso di poche righe d’amore, quasi un singulto: “Gesù attrae il mio cuore nel centro infuocato dell’amore… Una nostalgia tremenda. Un desiderio ardente di amare Dio”. (Diario, 26). Le stesse risposte di Gesù sono folgoranti corresponsioni d’amore: “Va’ pure, ma Io ti prendo il cuore” (Diario, 42). La fiducia è in grado di riempire di senso il breve tempo che ci è concesso: “Nessun’ora è uguale all’altra, per cui il grigiore e la monotonia scompaiono, quando considero ogni cosa con l’occhio della fede. La grazia elargita a me in quest’ora, non si ripeterà nell’ora successiva” (Diario, 62).
Come sempre accade nelle vite dei mistici, la tentazione più tremenda è sentirsi irrimediabilmente respinti da Dio, con il rischio che “l’anima non cerca più aiuto; si chiude in se stessa e perde di vista tutto ed è quasi come se si rassegnasse al tormento di essere respinta. È l’agonia dell’anima” (Diario, 99). Spostando il focus dalla relazione tra l’uomo e Dio a quella tra esseri umani, è evidente come queste parole offrano un’acuta chiave di lettura circa la tragica diseducazione sentimentale e morale in cui ormai versiamo, quanto meno nel cosiddetto Occidente.
Certo, nella relazione tra Dio e l’anima le ragioni della fiducia si alimentano al mistero dell’incarnazione: Gesù stesso nel Getsemani ha sofferto la più tremenda delle paure, la paura della morte. A sua volta, l’incarnazione riconduce al mistero della croce come via della salvezza (nel Diario Gesù stesso dirà di essere la via “più corta e più sicura”): la meditazione di Faustina si fa qui vicina a quella del convertito ‘irregolare’ Charles Peguy nel suo mirabile Getsemani. La fiducia, insomma, nasce dalla solidarietà del Cristo rispetto al nostro dolore.
Nel quinto quaderno del Diario Faustina raggiunge un vertice espressivo col dialogo tra Dio e l’anima peccatrice. “Ti tengo scritta sulle Mie mani. Sei rimasta incisa nella ferita profonda del Mio Cuore”, dice Dio all’anima, arrivando quasi ad una sottile, bonaria ironia: “Perché mai dovresti litigare con me sulla tua miseria? Fammi il piacere, dammi tutte le tue pene e la tua miseria ed io ti colmerò con i tesori delle mie grazie”. Il Diario, insomma, palpita di vita e ci interroga come non mai in questi tempi di sfiducia endemica con le sue vette di disperazione imbellettate e contraffatte: “Non indago con timore sui Tuoi disegni nei miei riguardi; il mio compito è quello di accettare tutto dalle Tue mani”. Faustina intona “sottovoce” l’inno alla misericordia di Dio. Ed è un “sottovoce” cui anelano i nostri cuori stanchi di continue esibizioni, sideralmente lontane dal silenzio amico della solidarietà, dal sorriso benevolo della compassione. In definitiva, varrà forse la pena ritornare a libere letture mistiche in questo tempo apocalittico.
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