La storia
Dieci anni fa è nata l’Orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli, De Paola e Mallozzi: “Così abbiamo scoperto talenti tra i vicoli”
L’Orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli prende il nome dal suggestivo contesto in cui opera, il cuore pulsante della Napoli storica, simbolo di una vita sospesa tra luce e ombra, fatta di storie di speranza e difficoltà. I Quartieri Spagnoli rappresentano un ambiente dove le tentazioni della malavita e della tossicodipendenza possono far deviare, ma dove, al contempo, emergono opportunità di riscatto. In questo scenario, Enzo De Paola ha avviato un’iniziativa originale, usando la musica come una chiave per liberare dai vincoli della strada centinaia di giovani, offrendo loro l’opportunità di imparare a suonare e cercando di aprire una porta verso un futuro positivo. E tutto questo avviene senza alcun costo per i partecipanti.
“La musica allontana i giovani dalla strada e insegna loro a riconoscere la responsabilità verso se stessi e verso gli altri,” afferma Enzo De Paola, presidente della Aemas Onlus – Orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Il maestro Giuseppe Mallozzi, direttore dell’orchestra, sottolinea il ritorno a una tradizione storica: “Nel 1300, Napoli aveva già un’orchestra di ragazzi di strada con l’obiettivo di garantire la sicurezza sociale.”
L’idea di formare un’orchestra in questo contesto è emersa nel 2014, ispirata da “El Sistema”, il programma educativo musicale fondato dall’ex Ministro della Cultura venezuelano Josè Antonio Abreu, il quale credeva fermamente che l’educazione musicale potesse contribuire a formare caratteri, prevenendo la violenza e il disagio sociale. Fu Gino Paoli, all’epoca presidente della SIAE, a sostenere il progetto di De Paola e, grazie a un finanziamento della SIAE, furono acquistati i primi strumenti.
“Abbiamo iniziato a incontrare i ragazzi per i vicoli dei Quartieri,” raccontano De Paola e Mallozzi, “e abbiamo incontrato genitori desiderosi di orientare le passioni dei loro figli verso la musica”. Col tempo, l’Orchestra ha acquisito rilevanza nella comunità e ha assunto un carattere professionalizzante. I ragazzi che hanno iniziato questo percorso oggi frequentano il Liceo musicale o il Conservatorio, e l’Orchestra ha ampliato la sua fama, attirando l’attenzione dei media e di artisti importanti come Giovanni Allevi. Tra le numerose esibizioni dell’orchestra, la più toccante è stata quella in occasione del settantesimo anniversario della Costituzione, tenutosi nel 2018 a Palazzo della Consulta.
Secondo il maestro Mallozzi, “l’orchestra è un luogo di relazioni”, dove ciascuno è chiamato a contribuire per creare armonia nel gruppo. Questa comunità rappresenta un microcosmo della società, in cui diverse realtà convivono pacificamente. De Paola aggiunge: “Qui i ragazzi crescono in modo sano, riuscendo a sfuggire a destini avversi”. Qui sono vissute storie di trasformazione: dal bambino problematico che diventa un talento della tromba, alla giovane che ha trovato una comunità dopo aver vissuto un’infanzia in solitudine. Uno dei ragazzi, dopo aver lasciato l’Orchestra a causa di un reato, è tornato e ora si distingue per i suoi ottimi risultati al Conservatorio. Un altro giovane, durante un’esibizione a Posillipo, ha confidato che per la prima volta, dopo anni a Napoli, aveva potuto vedere il mare.
Enzo De Paola è alla costante ricerca di miglioramento di questa sua creatura. In questi giorni va girando negozi di strumentisti e liutai che possano donare nuovi strumenti all’orchestra. Diverse sono state le richieste di donazioni via social. Salvare vite attraverso la musica è la sua missione e finirà i suoi giorni fiutando idee per realizzare il suo destino. D’altronde Napoli è questa: un dedalo di esistenze parallele sospese tra il Male e il Bene. E tante volte a prevalere è il Bene.
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