L'escalation della guerra
Droni kamikaze iraniani piegano Kiev, Putin fa strage di civili
I droni kamikaze, l’arma letale dei russi nella guerra in Ucraina. Un’arma made in Iran. Kiev è stata svegliata, ieri mattina, da diverse pesanti esplosioni provocate da droni kamikaze. Dopo l’attacco è scoppiato un incendio in un edificio nel quartiere di Shevchenkiv. Il bilancio è di almeno quattro morti e 19 feriti. Anton Gerashchenko, consigliere presidenziale ucraino di alto livello, ha dichiarato che una “giovane famiglia” è stata uccisa nell’attacco. «Bohdan e Victoria, 34 anni, sono stati trovati morti. Si dice che aspettassero il loro primo figlio tra qualche mese», ha twittato il funzionario ucraino, secondo quanto riporta il Guardian.
Da domenica sera sono 43 i droni kamikaze che sono piovuti sull’Ucraina, ma 37 sono stati abbattuti dalle forze di Kiev. Lo afferma Yuriy Ignat, speaker del Comando dell’Aeronautica Militare delle Forze Armate dell’Ucraina, durante un briefing presso il media center ucraino. Per abbattere i droni, ha affermato, «sono state coinvolte tutte le forze e i mezzi, i sistemi missilistici dell’aviazione e antiaerei e altre forze di difesa. Almeno l’86% sono stati distrutti, è abbastanza un buon risultato». «Tutta la notte e tutta la mattina il nemico terrorizza la popolazione civile. Il nemico può attaccare le nostre città, ma non sarà in grado di distruggerci. Gli occupanti avranno solo una giusta punizione e la condanna delle generazioni future. E noi otterremo la vittoria», ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Russia e Iran sono unite nel seminare morte e terrore», denuncia in un tweet il ministro della Difesa ucraina, Oleksii Reznikov, dopo gli attacchi russi con droni a Kiev e Sumy.
Il drone iraniano «Shahed-136 è solo uno dei loro strumenti, insieme ai missili, Kalibr, Iskander e Kh e ai droni Mojaher-6, Fateh-110, Zolfaghar», rimarca Reznikov. E droni iraniani avevano già colpito il 24 settembre scorso Odessa, nel Mar Nero. «La capitale è stata attaccata da droni kamikaze. Abbiamo bisogno di più sistemi di difesa aerea e il prima possibile. Non abbiamo tempo per le azioni lente. Più armi per difendere il cielo e distruggere il nemico», ha scritto in un post su Telegram Andriy Yermak, il capo dell’ufficio del presidente ucraino. «L’Iran è responsabile dell’omicidio degli ucraini. Un Paese che opprime il proprio popolo sta ora fornendo ai mostri della Russia armi per omicidi di massa nel cuore dell’Europa. Ecco cosa significano gli affari non finiti e le concessioni al totalitarismo. Il caso in cui le sanzioni non sono sufficienti», incalza, sempre su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.
«Probabilmente sono il primo ministro degli Esteri a rivolgersi al Consiglio Affari Esteri dell’Ue da un rifugio antiaereo a causa delle sirene». Lo ha scritto su Twitter il capo della diplomazia di Kiev, Dmytro Kuleba, spiegando di aver chiesto ai colleghi europei «più difesa aerea e fornitura di munizioni. Ho chiesto all’Ue di imporre sanzioni all’Iran per aver fornito alla Russia droni. Il nono pacchetto di sanzioni dell’Ue alla Russia deve essere forte». Immediata la risposta di Teheran. «Le notizie secondo cui l’Iran fornisce droni alla Russia hanno ambizioni politiche e sono messe in circolazione da fonti occidentali. Non abbiamo fornito armi a nessuna delle parti in conflitto» in Ucraina. Lo ha ribadito il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, come riportano i media locali.
«Stiamo seguendo con attenzione la questione della presunta fornitura di droni alla Russia da parte dell’Iran: stiamo raccogliendo le prove e siamo pronti a reagire con i mezzi a nostra disposizione». Così l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del consiglio Affari esteri Ue. «Attacchi armati a Kiev e sul territorio dell’Ucraina. Ai connazionali ancora presenti si raccomanda fortemente di lasciare il Paese. Viaggi a qualsiasi titolo in Ucraina sono assolutamente sconsigliati». Lo ha scritto su Twitter l’ambasciata d’Italia in Ucraina a seguito dei nuovi attacchi delle truppe russe su Kiev e altre regioni ucraine. Spiega Pietro Batacchi, direttore di Rid (Rivista Italiana Difesa), tra i più autorevoli analisti militari italiani: «La contraerea ucraina, finora molto efficace contro minacce più classiche come i missili da crociera, regolarmente scoperti e tracciati dalla Nato e “passati” poi alle batterie antiaeree di Kiev, sembra in difficoltà nel contrastare una minaccia come quella dei droni suicidi”. Una minaccia più subdola e meno rilevabile: droni come questi sono generalmente realizzati in materiali scarsamente riflettenti – plastiche e/o fibre – e seguono profili a bassa quota difficilmente individuabili da radar “convenzionali”. Per gli Ucraini occorre, dunque, quanto prima disporre di sistemi anti-drone dedicati, con jammer, radar in banda X e sistemi elettro-ottici. Teheran ha sviluppato ormai da anni – dimostrando un’eccellente capacità di adattarsi al regime sanzionatorio – un’industria dedita alla riproduzione in house di componentistica di diversa origine, occidentale e non, e allo sviluppo e realizzazione di droni, missili, ecc., sfruttando allo stesso tempo triangolazioni e rapporti consolidati con Cina e Corea del Nord. Al contrario la Russia non ha – quanto meno fino a febbraio 2022 – saputo/voluto emanciparsi completamente dall’apporto di aziende occidentali e la necessità di ricorrere al supporto iraniano ne è la dimostrazione più lampante. È chiaro, però, che un Paese come la Russia ha adesso tutte le carte in regola e i legami internazionali per resettarsi e riadattarsi al nuovo ambiente strategico-industriale».
L’Iran e non solo. La guerra in Ucraina rischia di avere pesanti ricadute in un’altra area calda del pianeta: il Medio Oriente. «Sembra che Israele fornirà armi al regime di Kiev. Una mossa molto avventata. Distruggerà tutte le relazioni tra i nostri Paesi», minaccia il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev che reagisce così su Telegram all’annuncio di Israele di sostenere l’Ucraina nella guerra. Come non bastasse, a Washington si teme che i sauditi forniscano ai russi know how sulla sua tecnologia militare. Il fronte rischia di allargarsi alla polveriera mediorientale.
© Riproduzione riservata








