Tra moniti all'Occidente ed elogi a Erdogan
Putin annuncia la fine della mobilitazione parziale: “Scontro con Nato sarebbe catastrofe mondiale ma Kiev non tratta”
Il presidente russo Vladimir Putin tra nuove minacce e aperture al dialogo. Questa volta lo fa da Astana, Kazakistan, dove si trova per la Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica). Ieri il vertice con l’omologo turco Erdogan in cui di guerra non si era parlato affatto, ma a quanto pare era solo una breve pausa. “Una catastrofe globale” succederà – ha avvertito in conferenza stampa Putin – se si arriverà a “uno scontro diretto tra gli alleati della Nato e la Russia. Spero che siano abbastanza intelligenti da non farlo”.
Il numero uno del Cremlino ha di nuovo respinto l’ipotesi di un possibile incontro con il presidente americano a margine del G20 in Indonesia: “Non è il momento di parlare di negoziati diretti con Biden, dobbiamo ancora vedere come la Russia parteciperà al G20″.
“La Federazione russa si è sempre dimostrata aperta ai negoziati se Kiev è matura per affrontarli ma una volta che abbiamo ritirato le nostre truppe dalla regione di Kiev, gli ucraini si sono ritirati dal tavolo dei negoziati”, ha spiegato Putin sottolineando che “in questo momento non ritengo ci sia bisogno di attacchi massicci in Ucraina“. Un’affermazione che arriva a pochi giorni dagli attacchi dello scorso lunedì con cui, in risposta all’attacco contro il ponte che collega Crimea e Russia, sono state colpite da una serie di raid massicci le principali città dell’Ucraina, compresa Kiev.
E subito ha precisato che “l’obiettivo non è, ovviamente, quello di distruggere l’Ucraina. La Russia sta agendo in modo corretto e puntuale”. Poi un altro monito nei confronti della comunità internazionale dopo l’attacco al ponte della Crimea. “La Russia chiuderà il corridoio del grano se sarà confermato che gli esplosivi utilizzati siano stati inviati da Odessa“.
Ma non è stata solo una conferenza stampa di moniti contro l’Occidente, immancabile l’elogio al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, “un mediatore importante, ieri abbiamo parlato di come far arrivare il grano ai Paesi più poveri” nell’ambito dell’accordo raggiunto a luglio a Istanbul.
Infine Putin ha tirato le somme sulla mobilitazione, annunciata pochi giorni fa, di circa 300.000 riservisti. “La mobilitazione parziale finirà presto, verrà completata entro due settimane. 222mila riservisti sono stati mobilitati ma la qualità della mobilitazione va migliorata: tutti i mobilitati devono essere formati. Il nostro obiettivo non è distrugge l’Ucraina”.
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