“It’s happening”. Sta succedendo! ha proclamato un Farage austero e deciso dal palco della due giorni del trionfale congresso che Reform UK ha tenuto lo scorso weekend a Birmingham. Location e scenografia studiate ad arte per lanciare un messaggio chiaro al Paese: la scalata fino a Downing Street è a portata di mano ed é iniziata da questa città, proprio nel cuore dell’Inghilterra. Due giorni di puro trionfo per Nigel Farage che vola nei sondaggi oltre il 35 % e appare inarrestabile. La posa, i simboli, gli speaker trasmettono l’idea di un partito vincente, di un partito della gente comune ma uscito dalle sacche della protesta pura per indossare una veste più matura.

Una formazione che punta ad essere la vera alternativa alle élite che hanno “sorvolato” la Gran Bretagna con politiche “unisex”, fluide, indistinguibili sia da destra che da sinistra. Comunque, sempre lontane dalle esigenze di quel popolo che Farage vuole rappresentare e che riesce a raggiungere con un linguaggio diretto e comprensibile. Farage parla alle paure degli inglesi che sognano di tornare all’Inghilterra di un tempo che fu. Le parole d’ordine sono canoniche: Stop all’immigrazione clandestina, identità, riscatto. In sostanza, Make England Great Again.

Forse è ancora poco per chi ambisce a governare. Ma abbastanza per scaldare i cuori. Ma le campagne elettorali prima o poi finiscono e serve essere credibili. E qualcuno gli crede visto l’esodo di volti noti del parterre conservatore saliti sul palco della kermesse dove il leader si presenta in un impeccabile doppiopetto carta da zucchero, accompagnato da una scenografia e musiche che ricordano il celebre inizio di Rocky IV, con James Brown inneggiante alla superiorità dell’America reaganiana. Persino i gadget hanno un sapore popolare: magliette da calcio della “squadra Reform”, col numero 10, quello del regista, stampato sotto il nome del grande capo.

E palloni distribuiti ovunque a richiamare il tifo da stadio e l’atmosfera dei grandi incontri dove ci si gioca tutto. Perché questo è il messaggio: sta accadendo! Farage e i suoi si giocano il presente e il futuro. Persino la strategia social è furba e accattivante. Il leader non impedisce all’intelligenza artificiale di ritrarlo come un rapper in pelliccia bianca e catene dorate che inneggia all’orgoglio britannico come il classico maranza da sobborgo londinese. Reform vuole rassicurare le persone comuni che fin dentro al DNA sono e saranno rappresentate. Al congresso sventolano copiose le bandiere di San Giorgio. È il partito dell’uomo della strada che rivuole un’Inghilterra abitata dagli inglesi e una vita dove le promesse si possono ancora realizzare. E per due giorni tanto basta. Tra le fila di Reform intanto vengono appunto accolti figliol prodighi eccellenti in fuga da quei Tories per anni fotocopia del peggior grigiore dei laburisti.

Il j’accuse dei transfughi è di aver tradito il popolo e ucciso il conservatorismo in Gran Bretagna. Fin qui la retorica ha funzionato. Tra un mese però ci saranno due scadenze elettorali importanti in Scozia e Galles. Lì vedremo davvero se Farage è destinato a durare e cambiare davvero il paese. Per il momento a uscirne trasformata è la politica inglese e per sempre. Il bipolarismo è finito, lo dice la matematica impietosa: Reform da sola ha cinque punti in più dei due partiti storici messi insieme. Domani sarà un altro giorno ma i bookmakers sono pronti a scommetterci e quella è gente che di solito non spreca un penny.