“Finalmente possiamo stare in strada senza sentirci come dei delinquenti“. La Spagna accoglie così la fine dello stato d’emergenza, con annesso coprifuoco nella maggior parte delle regioni, in vigore dallo scorso mese di ottobre. Migliaia di persone, poco dopo la mezzanotte di domenica 9 maggio, si sono riversate nelle strade delle città, da Madrid a Barcellona, passando per Valencia, Siviglia e Salamanca, per festeggiare la fine di alcune restrizioni in un Paese segnato da circa 79mila morti e 3,5 milioni di casi di coronavirus dall’inizio della pandemia.

Cosa cambia in Spagna

Dopo mesi di restrizioni sarà possibile tornare a spostarsi tra regioni e in molte di queste è stato abolito il coprifuoco. La mascherina e la distanza di sicurezza restano in vigore. Tuttavia, le 17 comunità autonome possono continuare a limitare l’orario di apertura o il numero di avventori di bar, ristoranti o negozi. Possono anche richiedere, dietro approvazione di un tribunale, il ripristino del coprifuoco o la chiusura del loro territorio.

I festeggiamenti a Madrid e Barcellona

A Madrid, dove la giunta regionale ha deciso di eliminare il coprifuoco, migliaia di persone si sono ritrovate in Puerta del Sol, in pieno centro. Molte erano senza mascherina e senza rispettare la distanza di sicurezza. La fine dello stato di emergenza è stata vissuta come una sorta di Capodanno (nochevieja) ritardato “con al posto dell’uva lattine di birra” nonostante negli ultimi 14 giorni l’incidenza accumulata dei contagi di coronavirus nella regione sia di 317 casi per 100 mila abitanti.

“La libertà non è infrangere le regole. Sono immagini deplorevoli”, ha dichiarato il sindaco della capitale, Jose Luis Martinez-Almedia. La notte di festeggiamenti si è conclusa senza arresti, denunce od incidenti degni di nota. Il primo cittadino di Madrid ha ricordato che bere per le strade (“botellones“) “non è ammesso” da anni (e non con l’avvento della pandemia). A Barcellona, pochi minuti dopo la mezzanotte sul lungomare della Barceloneta si è levato un grido di festa ed i giovani si sono riversati le piazze e le strade con musica, assembramenti, balli e canti con le forze dell’ordine che hanno disperso 6.500 persone.  Il direttore dei Mossos d’Esquadra (corpo di polizia regionale della comunità autonoma della Catalogna), Pere Ferrer, ha parlato di ‘”irresponsabilità” da parte di una minoranza “non solidale”: “Il rischio non è essere multati, ma essere contagiati e che tu contagi altre persone”. Ferrer ha parlato di scene “molto preoccupanti” registrate in una trentina di punti della città catalana.

A Palma il bilancio di una manifestazione non autorizzata contro il coprifuoco è di 16 fermati e quattro agenti feriti.”La libertà non consiste nell’infrangere le regole”, ha ribadito questa mattina il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.