La nuova piattaforma
Gap del lavoro in UE: c’è un piano per portare nuovi talenti
La proposta della Commissione include da un lato misure volte a promuovere il riconoscimento delle qualifiche e la mobilità, sburocratizzando le procedure, dall’altro una piattaforma digitale che servirà a incrociare la domanda e l’offerta
Potrebbe essere l’uovo di Colombo, vediamo come sarà realizzato e quanto i Paesi membri lo implementeranno. Stiamo parlando di una proposta della Commissione Europea che comprende una serie di misure per favorire l’impiego lavorativo di cittadini di Paesi terzi nell’UE e che punta a potenziare i percorsi di migrazione legale sostenendo gli Stati membri nei tentativi di colmare la mancanza di talenti, competenze e manodopera.
Secondo i dati forniti dalla stessa Commissione, c’è un gap forte tra il tasso di disoccupazione e il tasso di posti di lavoro vacanti nella Ue: se il primo è al 6%, il secondo è al 2,9%, segno che – senza considerare il generale calo demografico in atto – a fronte di una richiesta di alcuni tipi di professionalità, non si trovano lavoratori adatti o pronti a ricoprire tutti i posti vacanti.
La nuova piattaforma
La proposta della Commissione include da un lato misure volte a promuovere il riconoscimento delle qualifiche e la mobilità, sburocratizzando le procedure, dall’altro una piattaforma digitale che servirà a incrociare la domanda e l’offerta di lavoro nell’UE, che consentirebbe a chi sta cercando lavoro e non è cittadino europeo di registrarsi e trovare le offerte di lavoro nel Vecchio Continente. Le procedure di visto saranno ancora regolate dagli Stati membri, che potranno partecipare volontariamente al programma. Margaritis Schinas, Vicepresidente della Commissione, ha evidenziato che, pur avendo potenzialità inutilizzate nella forza lavoro interna dell’Ue, queste non sono sufficienti ed ha al contrario sottolineato la competizione globale sui talenti in atto con Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e Australia.
Il problema della barriere
La proposta è in linea con gli sforzi dell’Ue per favorire i percorsi legali di migrazione, così come sono stati delineati nel Patto su Migrazione e Asilo che è in via di approvazione, e potrebbe almeno sulla carta scoraggiare la migrazione irregolare. Schinas ha sottolineato come l’obiettivo non sia quello di trasformare l’Europa in una “fortezza”, ma solo di aprirla in modo ordinato e regolamentato. Attualmente, il reclutamento internazionale da paesi terzi è basso a causa di molte barriere linguistiche e burocratiche. Solo il 14% delle PMI europee assume lavoratori da altri Stati membri dell’UE. La Commissione ritiene che la piattaforma aiuterà a reclutare persone nei settori dove ce n’è più bisogno, come in edilizia, sanità, assistenza agli anziani e trasporti. La proposta sarà ora oggetto di negoziazione col Parlamento europeo ed il Consiglio.
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