Al diminutivo del primo, Gigi, basta aggiungere una “o” finale per arrivare a quello del secondo, Gigio. Gianluigi è il nome di battesimo di entrambi, con l’uno che di cognome fa Buffon e l’altro che, invece, all’anagrafe è Donnarumma. Lì, seduti l’uno accanto all’altro su una panchina del centro tecnico federale di Coverciano, ci sono il passato e il presente della nazionale azzurra di calcio. Classe 1978, il neo-capo delegazione dell’Italia del pallone maschile è recordman di presenze con la maglia della nazionale, avendone difeso la porta in 176 diverse occasioni; 24 anni lo scorso 25 febbraio, il portiere del Paris Saint-Germain insegue a distanza, a quota 54, sapendo di avere ancora tanta pastasciutta da mangiare prima di arrivare al suo compagno d’intervista.

Galeotta, ma poi nemmeno così tanto, è stata “Azzurri Live”, la trasmissione che la Federazione diffonde attraverso i suoi social. Il pensiero immediatamente va a quell’1 settembre di sette anni fa quando, a Bari, nell’amichevole persa contro la Francia Donnarumma subentrò a inizio ripresa proprio a Buffon, iniziando quella che sarebbe stata la sua parabola – più verde che mai – a difesa della rete azzurra. “Ero pronto perché sapevo che a fine primo tempo il mister mi avrebbe cambiato con Gigi, facendomi fare l’esordio. Un’emozione che è difficile spiegare”, ricorda l’attuale portierone dell’Italia.

Alla sua sinistra, l’ormai ex collega sorride mostrando qualche pelucchio qua e là più chiaro degli altri. Lui, che da Coverciano mancava ormai da qualche anno, sa di essere tornato in un luogo che gli è oltremodo familiare, non fosse altro perché è addirittura dal 1997 – anno dell’esordio di Mosca – che lo frequenta. “L’unica cosa che sai quando incominci a fare il portiere è che subirai gol”, racconta a chi gli chiede quale sia stato il suo incubo tra gli attaccanti che ha affrontato nella sua lunga carriera, con due citazioni d’assoluto primo piano, Bobo Vieri e Roberto Mancini, cui Donnarumma contrappone quella di Cristiano Ronaldo (e, in salsa italiana, Ciro Immobile), altro nome che certamente non ha bisogno di presentazioni.

L’ammirazione di Gigio per Gigi è palpabile, con quel “tutto” alla voce “Cosa hai imparato guardando Buffon giocare” a ribadire una sorta di gerarchia di fatto tra i due. Donnarumma, del resto, fece addirittura da raccattapalle a Buffon quand’era nelle giovanili del Milan, guardandolo con gli stessi occhi sognanti che i raccattapalle hanno oggi nei suoi riguardi. Quanto al campo, domani a Skopje, contro la Macedonia del Nord, ci sarà il primo dei due impegni ravvicinati; fischio d’inizio alle 20.45, con l’esordio in panchina di Luciano Spalletti dopo l’addio di Mancini e diretta su Rai 1 per chiunque vorrà seguire il match. Il secondo, martedì prossimo a Milano, vedrà invece l’Italia affrontare l’Ucraina. Si tratta di due gare fondamentali dell’ottica della qualificazione all’Europeo 2024 dove difendere il titolo conquistato a Londra.