La pilota sostiene che la sentenza che le abbia "rovinato la vita"
Giulia Schiff, l’ex allieva espulsa dall’Aeronautica: “Voglio giustizia, sogno di fare la pilota di linea”
Non accetta sconti Giulia Schiff, l’ex allieva ufficiale che ha denunciato di essere stata vittima di nonnismo con il “battesimo del volo” che si è tenuto il 7 aprile 2018 a Latina. La giovane pilota, all’indomani della conferma del Consiglio di Stato sulla sua espulsione dell’Aeronautica militare, in colloquio con il Corriere della Sera racconta dei suoi progetti futuri. La 22enne originaria di Mira, in provincia di Venezia, invoca giustizia per una sentenza che le ha “rovinato la vita”.
Schiff, al CorSera, racconta del suo sogno di fare la pilota di linea: “Riprenderò a studiare. Sto valutando quale possa essere la scuola di volo più adatta alle mie necessità in Italia o all’estero“. Ma la giovane pilota, che ha nutrito la passione per il volo grazie al padre, ha recentemente concluso un corso per diventare parà. E lo ha comunicato sui social postando una foto. “Mai stata così felice di essere licenziata. Ieri esame della licenza di parà superata a pieni voti. Questo sport è stato un life jacket per me“.
Si chiude così l’avventura all’Arma Azzurra della giovane pilota. Ma Schiff è intenzionata a portare avanti la sua battaglia. A pochi giorni dal processo che si aprirà il 5 novembre davanti al Tribunale di Latina nei confronti di otto sergenti, l’ex allieva ufficiale, tramite il suo legale, l’avvocato Massimiliano Strampelli, sostiene: “Motivi di illegittimità nel procedimento di espulsione c’erano ed erano forti. Che l’Aeronautica ammettesse le proprie responsabilità era un’ipotesi improbabile. Il Consiglio di Stato ha affermato che l’inimicizia tra me e il mio comandante di corso non è stata comprovata. La verità è che è stato lui insieme ad un ufficiale di inquadramento ad indottrinarci spiegandoci cosa e come dovevamo fare durante quel rito.
L’ex allieva ufficiale si riferisce alla sentenza depositata nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato, che ha infatti respinto il suo ricorso contro l’espulsione, ritenendolo infondato, e confermato il provvedimento emesso dal Tar del Lazio, condannandola anche a pagare le spese processuali. I giudici di Palazzo Spada hanno confermato così il provvedimento con cui l’Arma Azzurra ha espulso la sergente pilota per “inattitudine militare e professionale“.
Al Corriere della Sera, Schiff racconta la nostalgia che prova poiché non ha possibilità di volare. “L’ultimo volo l’ho fatto a giugno grazie a dei miei amici piloti. Mi manca volare più di ogni altra cosa. Dall’espulsione nel 2018 non avrò fatto nemmeno una decina di voli. Purtroppo pilotare un aereo nel mondo civile è un’attività economicamente molto dispendiosa“, spiegando che si è data al paracadutismo per continuare a cavalcare i cieli. “Prima di essere skydiver però sono e sarò sempre un Pilota“, ha concluso l’ex allieva ufficiale.
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