Stroncature, casa editrice e think tank guidato da Nunzio Mastrolia, ha ospitato ieri la presentazione del volume “C’era una volta Cavour. La potenza della grande politica” di Giuliano Amato (Il Mulino, 2024). Il libro “Dieci discorsi immortali di Cavour riletti come guida alla buona politica” offre una rilettura contemporanea delle orazioni parlamentari di Camillo Benso, conte di Cavour, uno dei padri fondatori dell’unità italiana. Ma non è chiaramente quello il centro della riflessione che si sviluppa in un panel con il professor Giovanni Orsina, Luiss, l’editore Mastrolia e il giornalista Carmine Pinto. Si parla di leadership e di caratura internazionale dello statista Cavour, capace dal piccolo Piemonte di fare guerra alla Russia, per la Crimea, vincendola.

“Ha visto nel futuro con una capacità visionaria che a molti altri è venuta meno”, dice Giuliano Amato. “Ha saputo unire l’Italia non in base alle idealità di Mazzini, ma alle esigenze di dare al paese una unità infrastrutturale: ha costruito ferrovie e servizi postali unificati anche perché quella era, da imprenditore e da liberale, la sua visione del mondo”.

Tra le righe del libro, e tra le pieghe del discorso, pare di scorgere i limiti delle politiche che verranno. Incapaci di decidere, rallentati dalle burocrazie che essi stessi contribuiranno a costruire. Ecco che il libro si dipana attraverso l’analisi di queste dieci allocuzioni. Un’opera che evidenzia come Cavour abbia saputo esprimere lampi di genialità e straordinaria abilità strategica, rivelando una visione di futuro costruttiva e lungimirante.

Negoziatore acuto e polemista sagace, Cavour ha saputo gestire le distanze e valorizzare le vicinanze, rinnovare le alleanze escludendo vecchi alleati e includendone di nuovi, ottenendo consenso e sapendo sfruttare il dissenso a suo favore. Capacità politiche oggi non comuni.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.