Non c’è spazio per follie woke e carnevalate arcobaleno
Gli Stati Uniti chiedono la Pace, ma si preparano alla guerra “per vincerla”: la fuga dall’Afghanistan è solo un ricordo
“Dobbiamo prepararci alla guerra”, con queste parole Pete Hegseth oramai segretario alla guerra degli Stati Uniti ha accolto gli oltre 800 generali a tre stelle e relativi staff nella base del Corpo dei Marines a Quantico in Virginia. Da quando la riunione è stata convocata, con una sospetta ai più celerità, una ridda di ipotesi, accompagnate dalle più variegate indiscrezioni ha iniziato a circolare, ma nessuno fino in fondo conosceva eccetto il Presidente e il suo segretario le ragioni di un consesso che alla fine é stato un vero faccia a faccia, tra il Comandante in Capo e i suoi generali.
Tutti presenti, tutti pronti a ricevere i nuovi moniti, e de relato le aspirazioni e le volontà della nuova amministrazione. Già la scelta di ritornare alla definizione voluta da George Washington nel 1789 – poi traslata nel 1949 sotto Henry Truman in Dipartimento della Difesa – fa comprendere che l’ultimo velo è calato, e che i venti in arrivo paventano burrasca. La stessa retorica della Casa Bianca è chiara, la deterrenza sta nella forza, e l’America la sua forza la deve mostrare, facendo intuire ai nemici di oggi, che la fuga dall’Afghanistan è solo un ricordo.
L’America di Trump, Hegseth e Vance (il Segretario alla Guerra e il Vicepresidente sono veterani) è un animale politico estremamente diverso da quello mostrato da Biden e all’origine del nuovo disordine mondiale secondo tanti analisti. Il mantra è innanzitutto la sicurezza interna, ma anche qui attenzione a non confondere la proiezione di questa aspettativa come un ripiegarsi su sé stessi, come l’isolazionismo d’antan che oggi non potrebbe mai reggere il confronto con le sfide a cui gli Stati Uniti sono chiamati. La pace quella universale non è mai stata così lontana, i segnali sono evidenti, e gli Stati Uniti stanno puntellando – o almeno questa è l’intenzione – tutte le crepe, partendo dai conflitti in corso, e dagli elementi ostili nel continente americano.
Del resto come ha sentenziato lo stesso Hegseth “il nostro compito è prepararci alla guerra e vincerla”, per questo non c’è spazio per follie woke e carnevalate arcobaleno, perché quando il “gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” ed è questo l’atteggiamento che una Nazione deve mostrare come elemento primario di ogni deterrenza. Oggi è ufficiale, gli Stati Uniti chiedono la Pace, ma si preparano alla guerra. Come si sul dire “è la storia bellezza”.
© Riproduzione riservata







