Il dibattito
Una grande Europa o tante piccole nazioni? L’incontro sul futuro industriale dell’Ue
Il ciclo di incontri sulle sfide che solo un’Ue più unita può vincere, al Parenti di Milano lunedì 27 Marco Bentivogli, Carlo Altomonte, Nicola Danti e Maria Letizia Giorgetti, coordina Silvia Pugi.
Il ciclo di incontri “Una grande Europa o tante piccole nazioni” al Teatro Parenti di Milano arriva alla sua terza tappa. Lunedì 27 novembre alle 18.30 si parla del futuro industriale di quella parte del mondo, l’Europa, che quattro secoli fa ha fatto la rivoluzione industriale, ma che oggi rischia di diventare periferia dell’industria globale. Nel quadro sempre più complesso del nuovo “disordine” mondiale, la solidità del sistema industriale degli stati europei è soggetta a sfide di inusitata intensità. La crisi climatica è la prima sfida, dove l’Europa ha il coraggio e la volontà di sostenere l’ambizioso piano di decarbonizzazione. La pressione combinata dei due giganti globali è l’altra sfida: quello cinese (più 160% di auto elettriche cinesi importate in Europa nel 2021) e quello americano (con le misure protezioniste del Chips Act e dell’Inflation Reduction Act). La guerra e l’instabilità globale sono la terza.
Tutto questo fa della politica industriale un tema potremmo dire esistenziale per il futuro. E qui, ammettiamolo, molte menti liberali e riformiste, anche chi scrive, provano un che di strano a usare questa espressione, perché il concetto di politica industriale era uscito dai radar e rimandava a stagioni della recente antichità, dove vigevano strutture arcaiche come le partecipazioni statali, l’IRI, i piani quinquennali. Oggi sul palcoscenico Europa è in scena un dramma complesso che ha bisogno di un regista (un governo europeo) perché gli attori (gli stati, le imprese, le parti sociali…) senza regia rischiano di fare solo casino. Occorre costruire un percorso che metta insieme almeno tre obiettivi tra loro divergenti: autonomia strategica, crescita economica e decarbonizzazione.
La regia europea deve essere un patto forte tra pubblico e privato; deve mettere in campo politiche sul lato della domanda; deve costruire contesti favorevoli alle sorgenti creative di innovazione, ricerca, venture capital; deve definire schemi di sostenibilità della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale; deve potenziare gli accessi delle imprese (e dei giovani) alle competenze, riformando il sistema formativo e rafforzando i processi di integrazione degli immigrati. Così come deve reimpostare il fondamentale accesso al credito per gli investitori industriali. Di tutto questo e di altro ancora discutono al Parenti lunedì 27 Marco Bentivogli, Carlo Altomonte, Nicola Danti e Maria Letizia Giorgetti, coordina Silvia Pugi.
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