Una grande Europa o tante piccole nazioni? È questa la domanda che si dovranno porre 60 milioni di cittadini italiani chiamati al voto il prossimo giugno 2024 per rinnovare il Parlamento Europeo. Un appuntamento fondamentale non tanto per misurare i rapporti di forza interni ma per garantire la sopravvivenza di un’Europa sempre più minacciata da venti sovranisti e populisti, dilaniata da una crisi economica e climatica e bisognosa di misure convergenti per far fronte anche alla situazione migratoria e bellica. La necessità di rimarcare la centralità dell’Europa sensibilizza diverse associazioni e partiti accomunati da questo sentimento e animati dalla convinzione che senza Europa non c’è futuro per l’Italia.

Uno dei primi degli otto appuntamenti finalizzati a fornire al cittadino gli strumenti per un voto consapevole è andato in scena nell’iconico Teatro Parenti di Milano lunedì sera dinnanzi a una platea di qualche centinaio di presenti curiosi di approfondire le tematiche sviscerate da Renew Europe e gli scenari che si prospettano da qui ai mesi a venire. Emma Bonino, leader di +Europa, ha rimarcato l’importanza di superare il diritto di veto auspicando un’Europa che guardi anche al sud, “perché lo strabismo a est deve finire. Ma sono molto pessimista”. Sandro Gozi, europarlamentare e segretario del Partito Democratico Europeo in videocollegamento con Milano, ha auspicato un’Europa riformata e un’Italia riformatrice, liberale e democratica che possa mettere in piedi una lista comune Renew Italia: “Non farla sarebbe un errore madornale e politicamente inspiegabile” il suo sfogo. “Per trovare potenza e centralità è imprescindibile lavorare assieme senza continuare a delegare le responsabilità all’America e alla Nato”, ha aggiunto.

Il video di Pier Luigi Frontoni

Lia Quartapelle, vicina al Partito Democratico ma sensibile alle tematiche degli interlocutori che l’hanno preceduta, ha lanciato al suo partito una stoccata non da poco: “Il Pd non può non sostenere la difesa europea e schierarsi a fianco dell’Ucraina anche a costo di aumentare le spese necessarie per mantenere la difesa comune” ha detto. A proposito di Ucraina, qualora dovesse soccombere, il politologo Vittorio Emanuele Parsi appare molto schietto nel prefigurarsi la fine dell’Europa, “a quel punto dilaniata da forze antieuropeiste che avrebbero gioco facile per rimarcare le proprie posizioni”. La suggestione finale la instilla Lia Quartapelle: “Spero che il nostro Paese voglia valorizzare la figura di Mario Draghi e quello che ha rappresentato e continua a rappresentare per l’Europa”. Prossimi appuntamento per i milanesi (e non) interessati a Renew Europe sul sito www.miperrenew.eu.

Massimiliano Marino

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