Ogni notte è "il peggior bombardamento"
Guerra satanica in Ucraina, Trump preso per i fondelli dall’amico Putin: Cia-Pentagno tra straordinari e “strike letale alla Russia”
Se l’inizio della Seconda guerra mondiale è passato alla storia come la guerra buffa, the funny war, la drole de guère perché non succedeva nulla, questa eterna macelleria russa in Ucraina e che dura ormai da tre anni e mezzo, si sta conquistando il titolo di guerra satanica.
Da giorni le news dicono che Vladimir Putin ogni notte, compresa quella fra martedì e mercoledì (e ormai da quattro notti) ha scatenato il più grave bombardamento di missili e droni sull’Ucraina. Oggi registriamo e probabilmente domani registreremo un nuovo record. E ogni giorno si assiste alla scena del presidente americano che si mette a favore di telecamera e che tuona con la voce di Zeus contro il presidente russo che non reagisce a parole (“anzi, è sempre molto gentile”) ma moltiplicando il lancio di droni e missili per la notte successiva: oltre cinquecento nella scorsa notte. La gente piange per strada, i bambini guardano disperati le madri perché padri e fratelli sono al fronte e il fronte è nel cortile di casa. Kiev era accesa di mille focolai, come tutta l’Ucraina che arde finché all’alba gli uccelli riprendono a cantare.
Trump preso per i fondelli dall’amico Putin
Ieri è stato il più violento, terroristico e prolungato attacco della settimana. Domani il prossimo. E Donald Trump? Appare, di volta in volta, irato e urla: “Stai bene attento a quello che fai! Siamo stufi di credere alle tue stronzate”, e talvolta anche perplesso, come se affrontasse un caso curioso: “Nessun progresso: Putin è una persona così gentile ma ‘at the end of the day’, alla fine del giorno scopri che l’uomo di Mosca ha soltanto fatto armare gli aerei con più razzi, bombe missili e i maldetti droni iraniani che si suicidano esplodendo dove capita”. Il Presidente degli Stati Uniti prende diligente nota: “Putin non si è spostato di un millimetro ma mi ha inondato di chiacchiere”. E ormai è un fatto statistico: più Trump si fa filmare in preda all’ira funesta di uno Zeus a corrente alternata e promette la fine del mondo, più Vladimir non solo fa finta di nulla ma rincara la dose.
E questo comportamento fa impazzire Trump perché si vede preso per i fondelli davanti a tutto il mondo, sicché riprende ad urlare: “Guarda, Vladimir, tu dovresti sapere di che cosa sono capace e se fai una mossa minacciosa verso gli Stati Uniti non hai un’idea di quello che ti si scatenerebbe addosso”. Quando vuole convincere del suo autentico impegno per la pace, Trump lo fa ripetendo che ha visto troppi cadaveri dei giovani martoriati e che non ne più di queste killing, le morti quotidiane di soldati e civili. Ma mai una sola parola sul diritto internazionale violato, su una pace fondata sulla giustizia. Offre in pasto all’opinione pubblica a solo la sincerità del proprio raccapriccio.
Il dietrofront sulle armi a Zelensky
Adesso, vuole che lo sappiano fino a Mosca: “Vi dico io che sto facendo, sto proprio mandando armi all’Ucraina e ne ho appena parlato con il presidente Zelensky. Gli ho promesso che non li lascerò mai senza difesa aerea e munizioni”. “Scusi Presidente – lo ha interrotto un giornalista – ma non è stato proprio lei ad annunciare di aver troncato ogni aiuto a Kyiv?”. E qui Donald Trump ha bissato uno dei suoi numeri preferiti rispondendo: “Io? Non ho la più pallida idea di chi sia stato. Lei lo sa?”. L’aveva già fatto quando dette a Zelensky del “dittatore” e dopo qualche giorno negò tutto: “Ho davvero detto così? Ma pensate un po’”.
La penna più affilata del New York Times, Thomas L. Friedman, sosteneva ieri che questo carosello fra Trump e Putin “puzza di marcio lontano un miglio: non credo una singola parola di tutto ciò che entrambi dicono”. Friedman accusa Trump di aver dissipato il patrimonio di “leverage”, cioè di quei punti di forza su cui l’America può essere credibile quando alza davvero la voce: “Se tu dici che vuoi contribuire a raggiungere la pace in Ucraina, devi prima dirmi da che parte del tavolo ti siedi: Con l’aggressore o con l’aggredito?”.
Più soldi e armi da Europa che da Usa
Tra l’altro, – ricorda Friedman – finora per l‘Ucraina hanno messo giù più soldi e armi i singoli Paesi europei, che non gli Stati Uniti. Che cosa impedisce a Trump di far fronte con gli alleati europei che hanno speso molto più dei contribuenti americani? Perché Trump chiama Putin vecchio caro amico e Zelensky resta sempre un po’ un dittatore (rivalutato).
“Strike letale alla Russia” ma è routine…
Le voci anonime di Langley in Virginia danno per attiva anche la terza strada: “Se dobbiamo giudicare dalla rapidità, dalla sbalorditiva segretezza e dalla precisione con cui Trump ha deciso e scatenato l’attacco sugli impianti iraniani, è sicuro che qui alla CIA da settimane facciamo gli straordinari e al Pentagono le pizzerie notturne sono piene, per ogni piano, compreso il first strike letale alla Russia”. Ma assicurano che è il loro mestiere, pura routine.
© Riproduzione riservata







