Le reazioni all'attacco in Iran
Il campo largo degli ayatollah bacia la pantofola a Khamenei, i diritti delle donne? In soffitta
Pd, 5S e Avs ignorano il movimento femminista pur di attaccare Israele e governo
Da Gaza a Teheran, il passo è breve. Alle 9 del mattino la segretaria Elly Schlein ha già le idee chiare, ha scelto da che parte stare: “Contro l’attacco unilaterale di Israele all’Iran”. Anche per il leader del M5S, Giuseppe Conte, nessun dubbio: “Netanyahu va fermato prima che sia troppo tardi”. Il solito schema usato in Cisgiordania: se da una parte è totalmente scomparsa la responsabilità di Hamas, dall’altra ieri nessuna riflessione sull’atomica degli ayatollah, il sanguinario regime teocratico che infierisce su donne e giovani. Verso mezzogiorno lo scontro si sposta a Montecitorio: Pd, M5S e Avs chiedono al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di riferire subito in Aula e di impegnarsi per una de-escalation in Medio Oriente.
Nel mirino entra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Durissima, come al solito, l’inquilina del Nazareno: “Meloni non si schiacci su Trump e si attivi invece per un’iniziativa concreta”. Non a caso torna il parallelo: “Fino a qui non li abbiamo visti condannare le azioni di Netanyahu nemmeno su Gaza”. Il ministro Tajani risponde per le rime: “Ogni giorno l’opposizione chiede che io vada in Parlamento. Ero operativo dall’alba, invito l’opposizione a svegliarsi presto la mattina”. Il capo della Farnesina riferirà stamani alle 11 davanti alle Commissioni Esteri congiunte.
La marcia però è già stata innestata: il campo largo perde la misura e va a ruota libera. Si infuria Angelo Bonelli dei Verdi: “Trovo assolutamente inaccettabile che l’Italia continui a mantenere relazioni militari con Israele. Questo è un tema che il governo italiano, ma anche la comunità internazionale, non può più ignorare”. Un evidente paradosso: pur di attaccare Israele, questa volta la sinistra di fatto prende le difese di Ali Khamenei, dimenticandosi persino del movimento “donna, vita e libertà”. Dal 2024 in Iran sono aumentate le persecuzioni legali contro le donne che sfidano l’obbligo dell’hijab, con sanzioni penali che vanno dalle multe al carcere, fino alla pena di morte. Verità scomode che Pd, M5S e Avs sotterrano per potersi concentrare sul solito “cattivo”: Israele. Lo fa da subito la vicepresidente 5 Stelle, Chiara Appendino: “Ecco con chi sta l’Italia del governo Meloni, con un genocida che semina morte e distruzione. Per quanto tempo ancora saranno complici? Basta, fermiamoli!”. La pentastellata completa il pensierino allegando le foto della premier, di Matteo Salvini e di Tajani.
Intanto da Palazzo Chigi parte la convocazione per un vertice tra la premier, i ministri interessati e i Servizi di sicurezza. Poi Meloni contatta il presidente Usa Donald Trump, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Nel frattempo Tajani sente al telefono il suo omologo iraniano Abbas Araghchi. L’Italia scoraggia un’escalation militare nel conflitto con Israele: “Dobbiamo ritornare al più presto al negoziato e alla diplomazia”. Al nostro Paese arriva comunque il plauso dell’ambasciatore israeliano Jonathan Peled: “Le istituzioni stanno esprimendo preoccupazione per l’attacco effettuato da Israele nei confronti dell’Iran ma riconoscono” il diritto dello Stato ebraico “a difendersi”. Cosa che fa anche dall’Eliseo il presidente francese, Emmanuel Macron: “La Francia riafferma il diritto di Israele a proteggersi e a garantire la propria sicurezza”.
In zona Parlamento invece continuano i commenti da strapaese. L’atomica dell’Iran? “Un attacco che dimostra come Netanyahu sia interessato solo a conservare il potere, con il pretesto della sicurezza di Israele”, elabora il segretario di +Europa Riccardo Magi. Al termine del vertice a Palazzo Chigi, durato due ore, riprende la parola il ministro degli Esteri. “Ero convinto che l’attacco non fosse così imminente. Ritenevo che Israele avrebbe dato un’altra possibilità al dialogo tra Stati Uniti e Iran”, ammette Tajani. “Gli attacchi israeliani sono stati mirati, per colpire guide militari e basi nucleari”, aggiunge il capo della Farnesina. “L’obiettivo era chiaro e preciso, non ci sono stati bombardamenti a caso. Israele vuole colpire la produzione atomica iraniana e ha colpito anche alcune basi missilistiche per impedire una reazione”, conclude.
Nel tardo pomeriggio si attiva il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che convoca il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il premio stravaganza lo vince, battendo la folta concorrenza a sinistra, Potere al popolo: “Giù le mani dall’Iran. Tutte e tutti a Roma in Piazza Vittorio”. Insomma, è il turno degli ayatollah: anche loro entrano nel Pantheon di famiglia.
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