L'operazione Rising Lion. Teheran annuncia vendetta. Trump: "Fate accordo"
Guerra Israele-Iran, chi sono le vittime ‘eccellenti’: uccisi scienziati nucleari, vertici militari e il consigliere di Khamenei

L’attacco preannunciato da giorni è stato lanciato da Israele nella notte tra giovedì e venerdì. Con l’operazione Rising Lion Tel Aviv ha lanciato una serie di attacchi missilistici che hanno colpito diverse province in Iran e nello specifico impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali. Nell’attacco sono stati utilizzati più di 200 jet da combattimento dell’aeronautica militare israeliana. Esplosioni sono state registrate nell’impianto di arricchimento dell’uranio con Israele che ha dichiarato lo stato di emergenza in previsione degli attacchi missilistici e droni di rappresaglia promessi da Teheran: “La risposta è un diritto legale e legittimo dell’Iran”. Droni lanciati in queste ore verso Israele con l’Idf impegnata ad abbatterli. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato informato nei giorni scorsi dell’attacco ma, precisa, “noi non siamo coinvolti”, aggiungendo che “l’Iran non può avere una bomba nucleare e speriamo di tornare al tavolo delle trattative. Vedremo”. Poi in mattinata tuona forte: “L’Iran deve fare un accordo, prima che non rimanga nulla, e salvare quello che una volta era conosciuto come l’Impero iraniano. Basta con le morti, basta con le distruzioni, Fatelo e basta, prima che sia troppo tardi. Dio vi benedica tutti. C’è già stata tanta morte e distruzione, ma c’è ancora tempo per porre fine a questo massacro, con i prossimi attacchi già pianificati che saranno ancora più brutali”.
Secondo l’esercito israeliano, citato da Times of Israel, l’Iran ha abbastanza uranio arricchito per costruire 15 bombe nucleari in pochi giorni, e che quindi occorreva agire contro questa “minaccia imminente”. Nell’attacco è morto in seguito alle gravi ferite riportate il consigliere politico del leader iraniano Ali Khamenei, Ali Shamkhani che al momento dell’operazione israeliana si trovava nella sua abitazione. La guida suprema dell’Iran ha ordinato alle forze armate di vendicare l’attacco israeliani. Lo ha riferito il generale Abdolrahim Mousavi, comandante dell’Esercito: “Abbiamo ricevuto l’incarico dalla Guida della Rivoluzione di vendicarci”, ha dichiarato in un post su X delle Forze armate iraniane. “Il nostro popolo può stare tranquillo: la bandiera issata dai miei compagni martirizzati non cadrà mai. Il sangue dei martiri non sarà vano”, ha ammonito, “la natura selvaggia del regime sionista non è un segreto per il mondo”.
Chi sono le vittime dell’attacco israeliano in Iran
L’attacco di Israele, oltre a colpire infrastrutture nucleari, mirava anche a decapitare ulteriormente i vertici militari iraniani (già colpiti nei mesi scorsi) e gli scienziati nucleari (almeno sei sarebbero quelli uccisi). Il bilancio diffuso dall’Iran è il seguente: 78 le persone rimaste uccise e 329 le ferite. Una serie di attacchi mirati che hanno provocato vittime eccellenti, a partire da Mohammad Bagheri, dal 2016 era capo di stato maggiore delle forze armate della Repubblica Islamica dell’Iran, la più alta carica militare del Paese alla quale era stato nominato in sostituzione di Hassan Firouzabadi (che aveva ricoperto l’incarico per ventisette anni) dopo essere stato vice capo di stato maggiore per l’intelligence.
Altra vittima ‘eccellente’ è Hossein Salami, Maggior Generale, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Nato nel 1960 a Golpayegan, nella provincia di Esfahan. Nel 1978 era all’Università di Scienza e Tecnologia dell’Iran, dove studiava ingegneria meccanica e un anno vide esplodere la rivoluzione khomeinista. Già nel 1980 entra in una divisione delle Guardie della rivoluzione impegnata nella guerra contro l’Iraq. Durante gli 8 anni di conflitto, Salami combatte nel Kurdistan iraniano e qui inizia davvero la sua carriera militare. Finita la guerra diventa comandante presso l’accademia militare delle Guardie della rivoluzione: è questo il ruolo che gli permette di avvicinarsi ai più alti ranghi dei pasdaran. Negli anni seguenti viene promosso comandante delle forze aeree. Dopo aver occupato man mano quasi tutte le cariche più importanti dell’organizzazione militare, nel 2019 viene nominato comandante capo del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Nelle grazie di Khamenei, maestro nell’uso della propaganda e della «guerra psicologica», era tra le voci più dure nei confronti di Israele e del mondo occidentale.
Uccisi anche Gholam Ali Rashid, Maggior generale aveva servito come comandante del quartier generale centrale di Khatam-al Anbiya, una sorta di genio militare responsabile anche per la realizzazione dei siti di arricchimento dell’uranio. In precedenza aveva prestato servizio come vice capo di stato maggiore delle Forze Armate iraniane ed era stato tra i comandanti con incarichi decisionali nella guerra con l’Iraq; Mohammad Ali Jafari, ex comandante dei Guardiani della Rivoluzione fu nominato nel 2007 e rimosso nel 2019 per lasciare il posto a Salami. Sotto la guida di Jafari, l’IRGC ha supportato il presidente siriano Bashar al-Assad nella guerra civile e ha combattuto a fianco delle milizie sciite contro l’Isis in Iraq; Mohammad Mehdi Tehranchi, fisico teorico iraniano, professore dell’Istituto di ricerca laser e plasma e il Dipartimento di Fisica dell’Università Shahid Beheshti, membro del consiglio di amministrazione e presidente dell’Università Islamica Azad. È stato rettore della Filiale Centrale di Teheran dell’Università Islamica Azad, dell’Università Islamica Azad della Provincia di Teheran e dell’Università Shahid Beheshti; Fereydoon Abbasi, 67 anni, capo dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran dal 2011 al 2013 era stato anche eletto nel Parlamento iraniano. Era stato ferito in un tentativo di assassinio nel 2010. Coinvolto nello sviluppo dell’estrazione dell’uranio e della produzione di yellowcake era stato membro della Shahid Behesti University, ricercatore presso l’Istituto iraniano di Studi in Fisica Teorica e Matematica (IPM) e professore associato presso l’Università Imam Hossein (IHU), dove aveva guidato il gruppo di fisica. Era membro del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie.
Uccisi almeno sei scienziati nucleari
“Abdolhamid Minouchehr, Ahmadreza Zolfaghari, Amirhossein Feqhi, Motalleblizadeh, Mohammad Mehdi Tehranchi e Fereydoun Abbasi sono stati gli scienziati nucleari martirizzati” scrive l’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Tasmin, associata al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche.
Il numero di scienziati nucleari uccisi è salito, nei giorni successivi, a 14 secondo quanto riferito da due fonti di Paesi del Golfo alla Reuters, citate dal Times of Israel. Ad oggi l’esercito israeliano ha confermato la morte di nove scienziati, pubblicandone i nomi. Secondo le stesse fonti, alcuni di loro sarebbero morti anche nelle esplosioni di autobombe.
L’uccisione capo intelligence Pasdaran e due ufficiali
Domenica 15 giugno, nel terzo giorno di conflitto, l’agenzia di stampa iraniana Tasnim ha confermato che il capo del dipartimento di intelligence delle Guardie Rivoluzionarie, Mohammad Kazemi, e altri due ufficiali sono stati uccisi a Teheran. Iran International aveva inizialmente riferito che Kazemi e il suo vice, Hassan Mohaqeq, erano rimasti intrappolati sotto le macerie, e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha successivamente confermato la loro uccisione in un’intervista a Fox News. “Abbiamo eliminato il capo dell’intelligence delle Guardie Rivoluzionarie e il suo vice a Teheran”, ha detto il primo ministro israeliano. “Abbiamo deciso di agire perché dovevamo farlo. Abbiamo visto abbastanza uranio arricchito per nove bombe. Stiamo attaccando i loro siti nucleari. Abbiamo attaccato il loro comando superiore e posso confermare che pochi istanti fa abbiamo eliminato anche il capo della loro divisione di intelligence e il suo vice a Teheran”, ha ancora detto Netanyahu.
in aggiornamento
© Riproduzione riservata