Sul piano politico non avrei certamente votato Toti, e continuerei a combatterlo con le armi della critica politica e di un’iniziativa che smonti il suo sistema di alleanze. I partiti fanno scelte, in base ai loro referenti sociali, economici e culturali. E gli elettori scelgono. Confondere la battaglia politica con la via giudiziaria al partito unico, che sgombra il terreno degli avversari politici, è stato un gravissimo errore. Perseverare in questo errore è un atteggiamento di chi non riesce a conquistare consensi con la politica e tende a presentare tutti gli avversari politici come dei corrotti, nemici da abbattere a colpi di campagne mediatiche e di carcerazione preventiva.

In Italia vige ancora la Costituzione per cui una persona non è colpevole fino a sentenza dei tribunali? Ma qui c’è un fatto costituzionalmente rilevante: può un ufficio dello Stato tenere sequestrato il presidente di una Giunta regionale e bloccare il regolare svolgimento dell’attività amministrativa e legislativa di un’istituzione, espressione della sovranità popolare? Con un inquietante e stravagante corollario: decide la Procura quando e se il presidente della Regione può vedere gli assessori. E la Procura stabilisce che il presidente può vedere gli assessori, ma non i dirigenti o i funzionari. E sulla base di quale principio giuridico la Procura stabilisce che Toti può esercitare la funzione di indirizzo e non quella amministrativa?
Quindi Toti deve stare agli arresti domiciliari finché non si dimette per evitare la reiterazione del reato? Una sentenza prima della sentenza. Ma di quale reato si parla? E sarà mica un reato incontrare degli interlocutori in barca? Oppure in barca no, ma al ristorante sì? Ha preso dei soldi illeciti? Si è messo in tasca per suo piacere personale dei contributi elettorali? Non può nemmeno dichiarare, secondo le norme di legge, di avere ricevuto dei soldi per l’attività politica ed elettorale? Chi ha stabilito che la politica è una attività dello spirito? La politica non si deve occupare della meschina realtà quotidiana, di porti, di autostrade, di servizi? E forse qualcuno pensa che le campagne elettorali, togliendo il finanziamento pubblico dei partiti, siano sostenute dalla Provvidenza divina?

Nessuno dice che i magistrati non debbano indagare sui politici o sulle istituzioni. I magistrati devono indagare sui reati e devono contestare dei reati precisi. Se uno si proclama innocente diventa doppiamente colpevole poiché, così facendo, dimostra di non aver capito la gravità della accusa e non mostra pentimento. Mi è tornato in mente “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht: “Potrai essere assolto pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti di noi, abiuri, maledichi e detesti li sudetti errori ed eresie, e qualunque altro errore ed eresia contraria alla Cattolica e Apostolica Chiesa, nel modo e forma da noi ti sarà data”.