Una giornata dedicata al lavoro che c’è, che cambia e cambierà ancora. Lontano dalle chimere del landinismo e del referendum sul jobs act, il corso di formazione per giornalisti organizzato da Tommaso Polidoro, infaticabile consigliere FNSI, presso Palazzo Wedekind, a Roma, ha riunito intorno a un tavolo di confronto giornalisti ed esperti di lavoro, sociologi e giuslavoristi. La relazione centrale è stata affidata al professor Romano Benini, economista del lavoro che fa parlare i dati, unico e indispensabile metodo di valutazione dei fenomeni.

L’analisi svolta dal professor Benini ha mostrato come lo stato di salute del mercato del lavoro italiano in questi mesi sia migliorato e come sia arrivato il momento per affrontare alcune patologie “storiche” che da decenni rendono la partecipazione al lavoro in Italia più bassa rispetto alla media dei paesi industrializzati. In questi mesi all’aumento del tasso di occupazione di quasi quattro punti corrisponde un calo del tasso di disoccupazione che in due anni è sceso del 28 per cento, attestandosi al 5.8%. L’aumento dell’occupazione corrisponde anche ad un miglioramento dei rapporti di lavoro, che coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+565 mila, +3,6% in un anno) e gli indipendenti (+131 mila, +2,6%), mentre continuano a diminuire i dipendenti a termine (-178 mila, -5,9%) e la crescita degli occupati a tempo pieno (+607 mila, +3,1%) più che compensa il calo di quelli a tempo parziale (-90 mila, -2,2%). Calano i giovani neet, che non studiano e non lavorano, che da due milioni scendono a circa un milione e mezzo, quasi tutti nel Mezzogiorno, mentre per via dei rinnovi contrattuali abbiamo in questi mesi registrato un aumento medio dei salari, anche se circoscritto.

Per il prossimo futuro dunque, cosa è lecito attendersi? La sfida del mercato del lavoro nel 2025 sarà, attraverso politiche mirate e rinnovate, anche quella di riuscire ad “attivare gli inattivi”, ossia coloro che non lavorano e non cercano attivamente un impiego, che in questi mesi non sono adeguatamente diminuiti. Si tratta di intervenire soprattutto sulle condizioni di chi non cerca lavoro perché è scoraggiato o per motivi famigliari o perché coinvolto in attività di lavoro sommerso e irregolare. Al tempo stesso diventa fondamentale migliorare la capacità di incontro tra domanda ed offerta ed affrontare un problema di disallineamento che riguarda più del 47 per cento dei profili ricercati dalle imprese, anche attraverso la nuova piattaforma Siisl del Ministero del Lavoro promossa insieme alle regioni e all’Inps ed il rafforzamento degli interventi di riqualificazione professionale, anche per contrastare il grave ritardo rispetto alla diffusione delle competenze digitali presente tra i lavoratori ed i disoccupati italiani.

All’evento hanno preso parte anche Vincenzo Caridi, Capo dipartimento per le politiche del lavoro, previdenziali, assicurative del Ministero del lavoro; Massimo Temussi, DG Direzione Generale delle Politiche attive del lavoro, Natale Forlani, Presidente Inapp; Massimiliano D’Angelo, direttore centrale tecnologia informatica e innovazione dell’INPS, Marinella Perrini, responsabile media relations dell’INPS; Elena Pasquini, responsabile dell’ufficio stampa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Diego De Felice, Direttore centrale Comunicazione dell’Inps.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.