Alla faccia del Natale. Quest’anno, le festività sono tutt’altro che buone. E a ben guardare, di buoni ce ne sono pochi in giro. Questo 2025 ha visto incrementare del 400% gli episodi di antisemitismo violento in Italia (nel mondo va anche peggio). E il tentativo di chiudere quella centrale dell’odio e delle barricate che è Askatasuna è lontano dall’essere concluso: si preannunciano giornate (e nottate) di guerriglia urbana, a Torino. I pacifisti, d’altronde, sono così. Menano. Alzano il volume prima e le mani poi, contro chiunque non la pensi come loro.

Napoli

A Napoli lunedì l’incontro dei pacifisti – quelli che chiedono la resa dell’Ucraina come gesto di pace – con Alessandro Di Battista e il professor Angelo D’Orsi si è trasformato quasi in rissa contro i manifestanti nonviolenti di Radicali e +Europa, con le magliette ucraine. Spintoni, urla, perfino il microfono della telecamera degli attivisti spaccata a terra. Il clima del Natale non ha contagiato tutti, anzi. Ben pochi.

Stati Uniti, Kiev, Russia e Cina

Gli Usa di Donald Trump bombardano l’Isis in Siria, minacciano il Venezuela e se la prendono ancora con la pacifica Groenlandia. L’Iran negli ultimi tre giorni accelera il riarmo, moltiplica le esercitazioni militari e punta di nuovo i suoi missili contro Israele. Putin martella Kyiv senza pietà, puntando a obiettivi civili nel giorno di Natale. La Santa Sede, ieri con le parole di mons. Zuppi, implora una tregua natalizia: «Niet» da Mosca. La Cina ha inviato intorno a Taiwan sei aerei militari e sei navi nelle ultime 24 ore, portando a 245 il numero di navi e 160 gli aerei rilevati nello Stretto dall’inizio di dicembre. In Myanmar è in corso una ondata di violenza verso oppositori e dissidenti, in vista del voto pilotato. Dall’Onu una risoluzione di condanna della quale, non trattandosi di Israele, quasi nessun giornale ha dato conto.

Il mondo in ebollizione

Con buona pace del Natale, il mondo è in ebollizione. In una Roma inzuppata di pioggia un po’ di tensione è salita, ieri, anche in Parlamento, dove il voto di fiducia alla manovra è stato accompagnato da una levata di fischi e di cartelli. Quattro diversi testi, secondo una cabina di regia unica, sono stati rivolti dalle opposizioni in Senato, tra vibranti proteste e urla contrastanti, ai colleghi di maggioranza. E dai tribunali arrivano parole che fanno riflettere, al culmine di un anno segnato ancora da violenze e da femminicidi. Ciro, il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, condannato in primo grado per violenza sessuale insieme ai suoi complici, ha ricevuto ieri le motivazioni della sentenza di condanna. Nel dispositivo del tribunale di Tempio Pausania si parla di un «clima predatorio e di una condotta violenta ed insidiosa di tutti i partecipanti, inequivocabilmente diretta alla imposizione di atti sessuali di gruppo nei confronti di una ragazza incosciente». Una pagina di cronaca brutta che arriva proprio nei giorni dei jingle natalizi, tra panettoni e ultimi regali. La bontà non va più di moda. I propalatori del disarmo a tutti i costi favoriscono la guerra – a partire da quella cognitiva – mossa da Cina, Russia e Iran contro l’Occidente: chiedono il disarmo a senso unico di Israele, dell’Europa e dell’Ucraina, facendo il gioco dei cattivi, cattivissimi maestri alle loro spalle.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.