La salute del bambino ha la massima priorità. Per questo motivo l’operazione al cuore deve essere effettuata il prima possibile per salvare la vita al piccolo paziente, indipendentemente dal tipo di sangue necessario per eventuali trasfusioni.

Il giudice tutelare di Modena ha così accolto il ricorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna sul caso del bimbo, di appena due anni, affetto da una cardiopatia i cui genitori, no vax convinti, rifiutavano trasfusioni con sangue proveniente da donatori vaccinati contro il Covid-19.

La decisione del giudice

A confermare la decisione del giudice è l’avvocato Ugo Bertaglia, difensore dei genitori, secondo quanto riportato da La Gazzetta di Modena. Il giudice ha ritenuto che ci sono le garanzie sull’assoluta sicurezza nel sangue fornito dall’ospedale, ‘qualunque sia la sua provenienza’. Una considerazione che rende superabile l’obiezione della coppia che vuole solo plasma proveniente da non vaccinati.

L’avvocato ha chiarito che i genitori del bambino non hanno mai negato il consenso all’intervento ma solo chiesto, per motivi religiosi, che il sangue delle trasfusioni provenisse da persone che non avevano fatto il vaccino contro il coronavirus. Ora il legale valuterà se impugnare la decisione del giudice.

La vicenda

I genitori del piccolo, originari del modenese, avevano bloccato il delicato intervento al cuore perché chiedevano che, in caso di trasfusioni, il sangue provenisse da donatori non vaccinati. La famiglia aveva persino lanciato un appello su Telegram per reclutare volontari, ovviamente no vax, per poi presentare la lista dei candidati ‘idonei’ all’ospedale.

Il Sant’Orsola, in accordo col centro trasfusionale territoriale, si era invece opposto alla richiesta della coppia, rivolgendosi al giudice. Infatti le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e precisi proprio per poter garantire sicurezza a tutti. Le sacche per le trasfusioni appartengono a donatori anonimi e non viene indicato se il donatore sia vaccinato, guarito dal Covid o altro. 

Una vicenda che ha fatto scalpore e andava avanti da qualche settimana, su cui era intervenuta anche la Procura per i minori di Bologna con un ricorso inviato lo scorso 2 febbraio al Tribunale dei minorenni. Un intervento più ampio, a tutela del bambino, per un’eventuale limitazione della responsabilità genitoriale.

Del caso era stato informato a suo tempo anche il Centro Nazionale Sangue a Roma. Per il direttore, Vincenzo De Angelis, la richiesta di avere sangue da non vaccinati “è assurda, priva di fondamento scientifico”. “La scelta del sangue – ha sottolineato all’ANSA – è legata a precisi criteri di compatibilità e non a capricci. Usare quello di persone non vaccinate non ha alcun fondamento scientifico perché con la trasfusione non si ‘trasmette’ il vaccino”.

Roberta Davi

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