“L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo vincendo”. Una frase che ha infiammato i ProPal e generato polemiche perché pronunciata da Jacopo Cecconi, giornalista Rai (servizio pubblico), in collegamento da Udine prima del fischio d’inizio di Italia-Israele, gara valevole per le qualificazioni ai prossimi Mondiali in programma a giugno negli Stati Uniti.

Cecconi è stato letteralmente osannato sui social dagli ultras della causa palestinese (che però non riescono a condannare le atrocità commesse dai terroristi di Hamas). Nonostante le precisazioni successive del Cdr del Tg3, gli attivisti hanno interpretato le sue parole come un chiaro attacco allo stato ebraico colpevole “di genocidio” a Gaza. Altro che gara di calcio e cronaca dedicata all’eventuale qualificazione ai playoff da parte della nazionale di Rino Gattuso.

Così Cecconi è diventato, probabilmente a sua insaputa, per qualche ora Francesca Albanese, la relatrice Onu dalla neutralità a senso unico (pathos mediterraneo e interpretazione creativa, così il 7 ottobre è un apostrofo rosso tra le parole “fiume” e “mare”). Su X, Instagram e TikTok il suo video è diventato virale nel giro di poche ore. E’ considerato una sorta di eroe nazionale, c’è chi addirittura chiede la sua promozione a direttore, chi lo vedrebbe bene in politica. E’ l’Italia bellezza, dove si parla, si urla e si ‘ragiona’ senza approfondire ma solo per partito preso.

“A scanso di equivoci molto spiacevoli, si chiarisce che il collega Jacopo Cecconi non ha mai nemmeno pensato di accennare o alludere all’eliminazione dello Stato di Israele. Cosa inverosimile anche per i suoi trascorsi professionali”. Così il Cdr del Tg3 sulle polemica per le parole pronunciate dal giornalista Cecconi in occasione di Italia-Israele. La frase che ha destato critiche, “l’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo vincendo”, sottolinea il Cdr “è stata estrapolata dalla diretta del Tg3 di stasera e faceva parte di un discorso riferito esclusivamente alla competizione calcistica”. Nella cronaca Cecconi prima della frase oggetto di polemica, precisa il Cdr, aveva detto: “Da questa piazza arriva il messaggio che queste persone ritengono che questa partita non si dovesse giocare, che Israele dovesse essere esclusa dalle competizioni. Allo stadio ci saranno 10mila persone, circa la metà della capienza”. “È evidente che l’uso strumentale e fuori contesto della sola ultima frase costituisce un grave fraintendimento – aggiunge il Cdr- La parola “almeno” è chiaramente riferita all’eventualità di esclusione a tavolino che era stata ventilata nelle settimane scorse”.

La pensa diversamente l’ex ministro Carlo Giovanardi: “In occasione della partita di calcio Italia-Israele i giornalisti rai Jacopo Cecconi prima e Alessandro Antinelli dopo hanno superato ogni limite di faziosità e scorrettezza utilizzando il servizio pubblico, per il quale tutti sono costretti a pagare un canone annuale, come tribuna della loro propaganda antisemita. L’affermazione falsa sul genocidio è stata poi particolarmente odiosa – aggiunge – in giorni in cui si festeggia la pace ed in particolare in occasione di un avvenimento sportivo che dovrebbe essere l’ultimo luogo al mondo in cui si insultano gli ospiti’.

Il sindacato Usigrai ribadisce: “Giù le mani dal Tg3 e da colleghi dalla professionalità specchiata, che svolgono quotidianamente il proprio lavoro con equilibrio e correttezza. Dopo Lucia Goracci, questa sera è toccato a Jacopo Cecconi, inviato a Udine per seguire la partita di calcio tra Italia e Israele, finire al centro di un linciaggio mediatico del tutto ingiustificato e inqualificabile”. Da Cecconi, secondo il sindacato, non sarebbe arrivata “nessuna allusione a vicende politiche, solo il riferimento a questioni di campo: la nazionale di calcio, infatti, poteva battere Israele sul rettangolo di gioco, come è avvenuto, anziché aspettare i risultati degli altri incontri o l’esclusione a tavolino da parte della Fifa, ipotesi circolata nelle scorse settimane”.

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