La Cop26 dell’ipocrisia: per salvare il pianeta (e il clima) sono atterrati a Glasgow oltre 400 jet privati

Un corte volante di circa 400 jet privati che hanno provocato un ingorgo nei cieli di Glasgow. È l’ipocrisia dei partecipanti alla Cop26 nella città scozzese, dove l’obiettivo della conferenza Onu è quello di salvare il pianeta da una catastrofe climatica.

Soltanto nella giornata di domenica ne sono atterrati 52, ma in totale si stima che la ‘sfilata nei cieli’ dei leader internazionali provocherà qualcosa come 13.000 tonnellate di emissioni di CO2, l’equivalente della quantità prodotta da più di 1.600 inglesi in un anno, scrive Repubblica.

Ma se da una parte il principe Carlo di Inghilterra ha viaggiato in un aereo non commerciale direttamente dal G20 di Roma, c’è chi come il presidente Usa Joe Biden ne ha utilizzati addirittura quattro, oltre all’elicottero Marine One un corteo di auto impressionante, già visto anche a Roma in occasione del G20. La carovana di Biden da sola genererà circa 1 milione di tonnellate di carbonio per essere presente alla conferenza sul clima.

Ma altri jet sono atterrati a Glasgow da altre destinazioni, come Londra o Stoccolma, tutte ovviamente servite dalle rotte commerciali tradizionali. Eppure i ‘vip’ della Cop26 hanno preferito noleggiare dei jet per arrivare alla conferenza Onu: Bank of America, che nelle pubbliche relazioni vanta il suo ‘impegno per la sostenibilità’, ne ha noleggiati addirittura due.

Un traffico aereo impressionante che ha costretto alcuni dei partecipanti ad atterrare nella vicina Prestwick a causa della mancanza di parcheggio. Il premier britannico Boris Johnson a bordo di un suo Airbus A321 partito da Roma per il G20 ha dovuto sorvolare Glasgow per 20 minuti a causa del numero di jet in arrivo, così come il presidente sudcoreano Moon Jae-in.