Il nuovo papato
La nuova sfida della Chiesa cattolica: contrastare la polarizzazione religiosa
Le posizioni integraliste e i conflitti culturali sono sempre più preoccupanti. Prevost ha un compito cruciale: arginare la deriva estremista e illiberale
Dopo una lunga fase di secolarizzazione il fattore religioso ha nuovamente fatto irruzione nella politica del mondo contemporaneo. Il guaio – come ha osservato Massimo Recalcati – è che questo fenomeno si caratterizza quale strumento ideologico di poteri oscurantisti e illiberali (vedasi il sostegno a Putin del patriarcato ortodosso di Mosca). Nell’universo delle confessioni cristiane il fenomeno assume un carattere particolarmente negativo nella maggioranza delle chiese evangeliche americane perché esse – in nome della tradizione – rischiano di svuotare dall’ interno il sistema di valori liberali e democratici nato proprio nell’alveo della cultura giudaico-cristiana.
Basta ascoltare in tv un qualsiasi predicatore della galassia evangelica per rivivere l’ atmosfera cupa dell’ epoca pre-illuminista dominata dal terrore della Santa Inquisizione.Gli evangelici tendono a vedere dappertutto il demonio e le loro università – la Liberty della Virginia in primis – insegnano ai loro allievi – la Bibbia nella sua più rigida interpretazione letterale fuori da ogni contesto filologico, storico e teologico. Sono decine di milioni i cittadini americani che seguono acriticamente questi precetti (per paura – e spesso superando il limite della superstizione) oppure che sono convinti che Donald Trump sia arrivato alla Casa Bianca per volontà della Divina Provvidenza.
La banalizzazione dei testi sacri e l’ idolatria per il capo politico accomuna il fondamentalismo in tutte le versioni confessionali e non solo in quelle abramitiche. Tuttavia esso ha creato in occidente un nuovo tipo di polarizzazione politica di cui trascuriamo l’ importanza. Mentre eravamo abituati ad operare la classica distinzione tra credenti e non credenti oggi dovremmo focalizzare l’ attenzione sull’ opposizione tra due modi diversissimi di vivere e di interpretare la fede. Da un lato i credenti liberali (sostenitori della scienza e della società aperta) , dall’altro i credenti integralisti e illiberali. La diffusione di posizioni integraliste non deve ovviamente essere soggetta a censura, ma contrastata sul piano culturale in nome dei valori della laicità ovvero del discernimento tra le dimensioni della politica, della religione, della morale e della spiritualita’.
Come ogni forma di visione assolutistica l’ integralismo politico-religioso diffonde paura e risentimento e inquina il dibattito pubblico finendo per incrinare la fiducia nello stato di diritto e nella democrazia. In questo scenario dominato dal potere di idee religiose inclini all’autoritarismo politico si apre per la Chiesa cattolica una nuova sfida: mettere in guardia dalle ideologie teocratiche che tanti danni hanno provocato nella storia e che stanno riaffiorando nel mondo contemporaneo. Contenere e mitigare il fondamentalismo politico-religioso è forse il compito più importante e difficile a cui è chiamato il Pontificato di Papa Leone XIV che peraltro – per la sua esperienza pastorale negli Stati Uniti – conosce bene gli eccessi dell’ estremismo evangelico e le sue inquietanti conseguenze.
© Riproduzione riservata






