La risposta alla vergogna
La protesta del Settebello dopo il furto arbitrale alle Olimpiadi, lacrime e rabbia: errore ammesso ma “è colpa delle telecamere”
Spalle voltate alla giuria durante l’inno nazionale. E’ la protesta del Settebello azzurro dopo la clamorosa svista arbitrale costata l’eliminazione nei Quarti delle Olimpiadi in corso a Parigi contro l’Ungheria. Protesta contro World Aquatics andata in scena prima della partita di semifinale valevole per il quinto posto contro la Spagna.
La protesta del Settebello che gioca con l’uomo in meno
Protesta proseguita poi in acqua, dove i giocatori azzurri si sono tuffati con le lacrime agli occhi per poi giocare i primi quattro minuti con l’uomo in meno proprio come deciso erroneamente dall’arbitro nella sciagurata sfida persa contro l’Ungheria (gol annullato a Condemi, fallo per gioco violento, esplulsione, quattro minuti in inferiorità numerica e rigore contro). L’Italia aveva chiesto una accurata revisione della decisione della partita e del fallo di Francesco Condemi, chiedendo la possibilità di rigiocare il match. Stando agli ambienti della pallanuoto azzurra l’inflessibilità della Federazione internazionale nuoto va ricercata anche nel braccio di ferro che si protrae da alcuni con il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli.
Dopo i due appelli respinti dalla World Aquatics, la Fin si è vista respingere nelle scorse ore il ricorso anche dal Tas, tribunale arbitrale dello Sport con sede a Losanna.
Settebello, Fin: “Partita stravolta”
In una nota la Fin aveva ripers: “Nella tarda serata di ieri il Management Committee ha smentito arbitri, delegati e VAR e definitivamente ammesso che Condemi non ha commesso violenza (brutalità). Quindi il 3-3 segnato dall’attaccante del Settebello contro l’Ungheria nei quarti di finale delle Olimpiadi era valido; l’attaccante non sarebbe dovuto essere espulso, l’Italia non avrebbe dovuto giocare 4 minuti in meno, i magiari non avrebbero dovuto beneficiare del rigore del 4-2. Insomma, partita completamente stravolta dalla decisione arbitrale.
“Colpa delle telecamere”
Il documento redatto dalla commissione composta da Antonio Silva (Portogallo; presidente della European Aquatics), Joo Hee Park (Corea del Sud), Erik Van Heijningen (Paesi Bassi e coordinatore della giuria di appello) si riferisce ai provvedimenti da adottare in relazione all’espulsione di Condemi per gioco violento. Nella relazione si legge che “dopo aver preso in considerazione le circostanze del caso e aver esaminato il video disponibile dell’azione, il Management Committee non può concludere che ci sia stato un intento malevolo nell’atto di tirare la palla da parte del Sig. Condemi, la cui mano ha colpito il volto dell’avversario. Pertanto il Sig. Condemi non sarà escluso da altre partite del torneo per questa azione”.
Dunque pur ammettendo le sciagure arbitrali, la Federazione internazionale di nuoto prova a metterci una pezza scaricando le responsabilità sulle “limitate riprese video disponibili per gli arbitri che altrimenti avrebbero potuto decidere diversamente”. Da qui l’impossibilità di ripetere la partita per decisioni che coinvolgono il VAR secondo i regolamenti in vigore.
Il presidente Paolo Barelli ha definito l’errore “bestiale”, aggiungendo che “i ragazzi sono disperati per un’opportunità persa a causa dell’arbitraggio. I due ricorsi sono stati respinti; ne presenteremo un terzo al Tas per un riscontro formale al nostro disappunto perché non credo che sortirà ulteriori effetti. Un aspetto clamoroso è che l’appello alla World Aquatics non possa modificare il risultato di una competizione secondo regolamento. Allucinante anche che ieri era gioco violento, oggi non lo sia più”.
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