Gaza è solo una scusa
La responsabilità morale dell’odio di Venice for Palestine
Cari “artisti” firmatari della lettera aperta “Venice for Palestine”, aspettiamo che ritiriate la firma. So che è chiedere tanto, perché persone come voi probabilmente firmano ma non leggono, e non ho quindi speranza che leggiate questo appello al ritiro della firma.
L’appello
So che non leggete perché se aveste letto quello che stavate firmando vi sareste accorti che era scritto sotto un logo raffigurante la Palestina al posto di Israele. Non accanto. Proprio in sostituzione. Non “due popoli e due Stati”, ma uno Stato solo. Palestinese. Avete quindi firmato un appello creato da qualcuno che vuole non la pace, ma la cancellazione di Israele. Dico “qualcuno” perché non si trova traccia di chi siano i promotori di questo appello. Il loro sito non lo riporta. E nemmeno si può risalire a chi abbia registrato il dominio Internet su cui è caricato l’appello. È schermato. E non si capisce perché qualcuno che fa un appello pubblico debba nascondere il suo nome.
Non entro nel merito di quello che avete firmato, anche se ci sarebbe molto da dire. So che sarebbe inutile dirvi che a Gaza non esiste genocidio e nemmeno sterminio, e che l’uso di queste parole è strumentale alla demonizzazione di Israele e alla banalizzazione della Shoah. Anche se da persone che affermano di lavorare nel mondo della cultura ci si aspetterebbe la conoscenza della differenza di significato tra “sterminio” e “guerra”, che non sono sinonimi. Per vostra tranquillità, e per evitarvi la fatica di informarvi (che mi rendo conto richiede tempo), vi assicuro che in Israele non esiste apartheid e che, anzi, ci sono medici, banchieri, commercianti arabi che sono cittadini come gli altri. Che votano, che hanno partiti politici arabi e vanno nelle stesse scuole, università e spiagge di tutti gli altri.
Una firma da ritirare
Permettetemi di sottolineare – come ultima cosa – che un appello che sostiene “non volgeremo lo sguardo altrove” avrebbe dovuto “vedere” anche gli ostaggi israeliani. Noi abbiamo visto il corpo scheletrico di Evyatar David, affamato non da una guerra ma da aguzzini, terroristi che dal 7 ottobre lo tengono prigioniero, e lo torturano abusandone fisicamente e psicologicamente. Quindi aspettiamo che ritiriate la vostra firma e che vi dissociate almeno dalla rappresentazione di un unico Stato al posto di Israele. Oppure non fatelo, ma allora sapremo che Gaza è solo una scusa e che non si è mai trattato di Gaza.
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