Parla il dg dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia
La scuola secondo Pierro: ascensore sociale, educazione come nutrimento, tecnologia, il rapporto con le famiglie e le sfide di oggi
Istruzione e Comunicazione sono le grandi passioni di Giuseppe Pierro, 46 anni, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia da settembre 2022. Era già al servizio della Scuola presso l’Amministrazione Centrale del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Fa parte della generazione dei giovani dirigenti entrati in servizio venti anni fa al Ministero dell’Istruzione e del Merito, dando una grande spinta innovativa. Per intenderci, Pierro si è laureato nel 2002 alla Sapienza di Roma con il massimo dei voti con una tesi sperimentale sull’uso integrato di internet e tivù nell’offerta formativa scolastica italiana. Innovatore non da poco, tanto che due anni prima realizzò dal suo PC alla casa dello studente il primo sito “Studenti online” del Ministero. Nel 2006 conclude il Dottorato di ricerca in Pedagogia presso il Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università “Roma TRE” con una tesi in italiano e in inglese dedicata a “Le competenze comunicative per gestire la complessità del sistema di Welfare Sociale: verso una pedagogia del benessere”.
Nel suo lavoro al Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fondato il Consorzio Generazioni Connesse, dato luce alla Carta dello Studente, e contribuito alle prime campagne nazionali per la prevenzione del Bullismo e per l’educazione al Rispetto, al Piano Nazionale per il Cinema a Scuola e alla promozione del teatro come strumento di educazione inclusiva. Essendo Istruzione e Comunicazione il suo “pallino” ha un occhio attento alle trasformazioni tecnologiche e intende, come tutti gli innovatori veri, la tecnologia un mezzo e non un fine, che deve essere utilizzata con consapevolezza e responsabilità. Ho sempre considerato Pierro uno dei “Didacta Boys” perché sin dall’inizio di questa avventura ho raccolto intorno al progetto tutte e tutti i giovani dirigenti del Ministero e sono anche molte le Didacta Girls. È un pozzo di idee, ha una grande visione, è una specie di “Mister Wolf” di cinematografica memoria: risolve problemi. Oggi, con l’edizione siciliana di Didacta, nel suo importante ruolo di Direttore dell’USR, è diventato papà, non più figlio di Didacta ma genitore.
Quando ho un problema la mia prima frase è “chiamiamo Pierro!”. Prima o poi farà finta di non conoscermi. Come per me, per lui i rapporti umani sono importanti, sono certa che non smetterà di rispondermi al telefono alle sette della mattina. Tornando alla sua idea di scuola del futuro Pierro è perentorio “Educare è prima di tutto una sfida da affrontare con dedizione, coraggio, passione, responsabilità, entusiasmo, prendendo coscienza degli importanti cambiamenti in corso nella società che ci chiedono di ridurre il divario culturale tra educatori e ragazzi, tra scuola e famiglia, tra scuola e istituzioni territoriali. Educare significa far crescere, nutrire” Educazione come nutrimento è una bellissima immagine. Mi faccio spiegare meglio e lui insiste “Sappiamo bene che la nostra realtà storica è soggetta a un cambiamento endemico. Ciò richiede la nostra attenzione alle variabili che la connotano e, in particolare, agli effetti sui comportamenti dei giovani: alle loro reazioni, ai loro atteggiamenti verso la società, alle loro aspettative e, in particolare, all’immagine che hanno di sé stessi e del loro futuro”.
Il rapporto tra la società digitalizzata e la scuola è un argomento su cui Pierro ha un approccio da studioso pragmatico “I giovani vivono in un mondo digitalizzato che non possiamo ignorare. Questo non vuol dire arrendersi alla forza d’urto della tecnologia o, di contro, combatterla. Bisogna costantemente aggiornare il modello didattico affinché si possa coniugare l’innovazione tecnologica e l’ideale pedagogico di un’educazione al pensiero critico”. “La sfida – continua – consiste nell’educare all’uso della tecnologia perché sia intesa come mezzo e non come fine e la si utilizzi, pertanto, con consapevolezza dei suoi effetti e con responsabilità dei danni che, potenzialmente, può provocare. Nella società digitalizzata è alto il rischio che la frattura generazionale, un tempo fisiologica, si trasformi in patologica con conseguenze disastrose per l’armonia sociale. Il solco che allontana i giovani dagli adulti è scavato da un’incomprensione sempre più preoccupante, dalla diversità degli orizzonti culturali entro i quali i comportamenti, i valori e le idee divergono profondamente. Va riconosciuto che da tempo i docenti sono impegnati nel promuovere la crescita culturale e sociale dei giovani, favorendo in loro lo sviluppo del pensiero critico consapevoli e responsabili del loro agire e che li accompagnerà anche quando il percorso di studi sarà concluso”.
Veniamo ad un argomento che mi sta molto a cuore, l’ascensore sociale che si è rotto e non funziona più da anni, con tutte le conseguenze sociali ed economiche che sono sotto gli occhi di tutti “La scuola deve rimettere in moto l’ascensore sociale, deve essere aperta e inclusiva, una scuola attiva e attenta soprattutto ai segnali nei contesti sociali più complessi e difficili.Per questo motivo dobbiamo rafforzare il patto educativo scuola – famiglia, che è la base dell’apprendimento, come ben sappiamo. Un patto che apre a una visione di corresponsabilità e co-costruzione del sapere e anche della condotta e degli atteggiamenti dei nostri ragazzi nei rapporti con l’ambiente e con le persone, adulti e coetanei, con le quali interagiscono”. Quello delle famiglie è un tema attualissimo, che ha a che fare con l’ascensore sociale. Pierro ci spiega che “Proprio per questo il rapporto familiare non può e non deve limitarsi all’affetto, ma deve essere alimentato dalla condivisione per aiutare i giovani a trovare la loro strada. Il supporto che possiamo dare loro, in questo tratto di strada scolastica che stanno percorrendo, è quello di creare una solida collaborazione tra famiglie e docenti, tra genitori e scuola. È solo nel lavoro comune che si realizza l’ideale della società educante dove i giovani possano vivere in un ambiente ottimale per il loro sviluppo”. Con Pierro ci salutiamo sapendo che sarò il suo incubo fino a quando inizierà Didacta Italia Edizione siciliana, dal 12 al 14 ottobre a Misterbianco e che, a parte gli scherzi, siamo felici di lavorare insieme alla costruzione di una scuola migliore, innovativa e aperta al mondo, a sostegno di tutto il corpo docente.
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