La riflessione
La silenziosa guerra per la vita dei contadini
Le zagare stanno distese, bianche e profumate, ai margini del mare, intorno ai laghi, ornano selve d’agrumi che s’ingravidano a Primavera per partorire in Autunno. Pochi se glielo si chiede rispondono di lampo. Pochi lo sanno cos’è la zagara. I ragazzi se gli dai in mano una zappa e una roncola è più facile che provino a perforare la terra con la seconda, forse distingueranno un’arancia da un limone ma non sapranno qual è l’albero che li produce. Poi ci sono eroi autentici che al primo posto mettono il rapporto fra uomo e terra. Ci sono posti fuori città, giusto al centro delle campagne, in cui battono da secoli cuori che, senza sosta, sfidano il tempo e le regole della natura. Non si arrendono, e non lo faranno mai. Di padre in figlio, da terra a terra, di battito in battito.
Un pomodoro a forma di cuore che sta tutto in una mano. Rappresenta il miracolo, il coraggio del buon soldato. La sfida di un custode che cambia faccia per rimanere uguale, nuovo e antico per andare avanti e sfidare il mondo. Eccole le armi e gli armigeri di una guerra pacifica, l’unica in armonia col creato. Una guerra che colora di rosso senza spargere sangue, che arrossa bocca e mani, tinge lame, ma dispensa gioia senza dare dolore. Esistono persone che al posto della spada usano la zappa e non aprono ferite, ma solchi lunghi e diritti che rivoltano una terra rossa carica di vita: il loro cuore antico è il mitico Cuore di Bue, il pomodoro che i padri hanno lasciato, avendolo ricevuto dal padre loro che lo aveva ricevuto da suo padre… e così, indietro nel tempo, fino al giorno in cui il pomodoro è arrivato nel vecchio mondo, in dono da quello nuovo.
Uomini che raccontano orgogliosi, a occhi lucidi, della loro missione. E chissà, nei tempi belli, quanti hanno sorriso di questa follia, ignorando l’esistenza di organizzazioni di semidei che decidono tutto e per tutti. I soldati che conservano i semi del pomodoro, lo fanno anche con i fagioli, le zucche, i peperoni, il riso, il granturco. È il loro modo per non farsi fregare dalle multinazionali che hanno in mano il mercato delle sementi: i semi che producono danno vita a piante ibride incapaci di generare semi fertili. Quello che nasce dalla terra dà prodotto solo per un anno, l’anno successivo si deve comprare di nuovo se si vuole produrre ancora.
Se i mercanti negheranno le sementi si resterà a bocca asciutta e stomaco vuoto. I semi del buon soldato sono come i poveri, sanno fare solo figli, ogni colpo un pargolo. E non c’è bisogno di spade e fucili per far la guerra. Per essere un buon soldato e dare libertà alla terra non c’è bisogno di spargere sangue, basta vivere secondo le regole di natura. Non rispondere al primo colpo su cos’è la zagara, non conoscere la differenza fra una roncola e una zappa, non sono piccole pecche, rappresentano il disastro di un’umanità che cammina ancora nel buio.
P.s. La zagara è il fiore degli agrumi. La roncola è una specie di largo coltello da campagna che serve a tagliare gli arbusti. La zappa invece… Beh, la zappa spero sappiate tutti che cos’è.
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