Con la sua magia ha portato la Spagna alla vittoria della sesta partita consecutiva, come mai prima d’ora era successo in un’edizione dell’Europeo, eliminando la Francia dai giochi. Sarà dunque la quinta finale per le furie rosse, conquistata col gol del giocatore più giovane della competizione. Lamine Yamal, 16 anni, 17 sabato prossimo. Il più piccolo a prendere parte e realizzare una rete nelle due principali competizioni UEFA per Nazioni, che è riuscito a superare persino il record di Pelè. Un gol prodigioso che ha agguantato al minuto 21 il vantaggio del francese Kolo Muani (al 9’), favorendo il bis di Dani Olmo al 25’ per l’1-2 finale.

Tutti i riflettori del mondo sono puntati sul prodigio minorenne, il fenomeno del Barcellona in rampa di lancio. 60 presenze, 7 reti e 10 assist quest’anno con i blaugrana. Ma è in questo europeo che Yamal ha trovato la sua consacrazione. E da ieri sera ha un’intero Paese ai suoi piedi. Nell’azione del gol ha mandato a vuoto Rabiot, fintando di andare a destra per poi rientrare a sinistra e trovare un tiro a giro sul sconto palo, un colpo che gli è valso il titolo di MVP della semifinale.

L’affronto di Rabiot e la risposta su campo

Una rivalità, con Rabiot, che era nata nei giorni scorsi e che è stata stravinta dallo spagnolo sul campo. Lo juventino alla vigilia lo aveva sfidato verbalmente: “Se Lamine Yamal vuole giocare la finale degli Europei con la Spagna, dovrà fare molto di più contro di noi rispetto a quanto ha fatto finora. Gli metteremo pressione affinché non si senta a suo agio”. E la risposta del giovane non è tardata ad arrivare, in una partita in cui ha provato a colpire la porta altre due volte. A fine gara poi il calciatore del Barcellona si è avvicinato alla telecamera e ha fatto il gesto del chiacchiericcio con le mani. Poi un sorriso, ancora con l’apparecchio, e la gioia di chi – volendo rispettare le regole – ha contribuito a chiudere i giochi prima delle 23, orario che la legge tedesca fissa come limite per il lavoro minorile dei minorenni, inclusi però anche gli impegni post partita con i media. Si tratta, in realtà, di una proroga, visto che per i non atleti vale fino alle 20, ma comunque una regola che la Spagna potrebbe scegliere di violare pagando una multa di 30mila euro. E tornando alla partita, già nelle ore precedenti alla partita di ieri, Yamal aveva pubblicato su Instagram un messaggio inequivocabile coltivando con pazienza un messaggio di speranza: “Muoviti nel silenzio, parla solo quando è il momento di dare scacco matto”.

Cosa significa l’esultanza di Yamal col 304 e il ‘battesimo’ di Messi

Un gol impreziosito anche dalla sua esultanza, un’altra storia da raccontare nelle tante curiosità da scoprire dell’attaccante, che celebra le sue reti facendo con le mani il numero 304, ovvero il codice postale di Rocafonda, il quartiere popolare di Matarò in cui è nato, da padre marocchino e madre guineana, e cresciuto. Un Paese definito dal partito spagnolo di estrema destra Vox «estercolero multicultural», letamaio multiculturale. La  sua famiglia fu selezionate dall’Unicef tra le più bisognose di Barcellona, e fu protagonista di una grandissima iniziativa: un servizio fotografico con Messi mentre il neonato riceve dalla pulce un bagnetto al Camp Nou. Un bebè paffuto nella vaschetta, quasi un battesimo dal calciatore più forte del mondo in quello che qualche anni dopo sarebbe diventato il suo stadio. A 7 anni è entrato alla Masia, debuttando col Barcellona a 15 anni, 9 mesi e 16 giorni. Il più giovane esordiente delle storia del club. Oggi a Rocafonda torna quando può, a 17 anni ancora da compiere le sue vecchie abitudini non sono poi così lontane.

Redazione

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