Francesco Pio uccide Francesco Pio. Napoli est contro Napoli ovest. Lo scontro tra periferie per una scarpa costosa macchiata involontariamente. La reazione (“Te ne compro altre 10 paia”). Gli spari in aria. La nuova provocazione (“E’ a salve, non ci fai paura”). La tragedia: con il proiettile esploso ad altezza uomo da una distanza di oltre venti metri che uccide un innocente, un ragazzino che stava mangiando noccioline ed era, con buona pace dei politici-influencer-giornalisti come Francesco Emilio Borrelli sempre pronto a puntare il dito (“Aveva un padre pregiudicato“, “Perché stanno in giro fino a tarda notte?”), in compagnia di amici dopo una giornata di lavoro e probabilmente alla vigilia di un giorno di riposo.

Nel mezzo, il campo neutro del lungomare di Mergellina, dove paranze di ragazzini si spostano nel weekend così come avviene in altre zone della movida partenopea e dove spesso si affrontano gratuitamente. Una tragedia nella tragedia quella avvenuta nella zona degli chalet. Da una parte Francesco Pio Valda, il pistolero (che ad agosto compirà 20 anni) cresciuto a pane e malavita: papà camorrista ucciso in un agguato, fratello maggiore in carcere da meno di un anno per tentato omicidio, nonna coinvolta nello scontro tra clan e madre in fuga dopo anni in cui è stata costretta a subire violenze. Dall’altra Francesco Pio Maimone, il 18enne che lavorava per non pesare su una famiglia già precaria: raccoglieva la spazzatura per il vicinato in cambio di pochi spiccioli, lavorava prima in un pub, poi nella pizzeria della sorella dove provava a diventare pizzaiolo e all’occorrenza faceva le consegne a domicilio.

Due vite diverse ma con tanti punti in comune, a partire dalla provenienza. Due figli di una Napoli che in questi giorni si indigna, si sconvolge, si interroga ma che, passati i processi mediatici, le fiaccolate, le passerelle istituzionali e i funerali, tornerà nella consueta giungla quotidiana dove ai proclami non seguono mai fatti concreti (ve lo ricordate il famoso ‘Patto educativo‘? Che fine ha fatto?) e non resta che la repressione. Francesco Pio Valda andava recuperato, le comunità c’hanno provato, il ragazzo dopo un arresto per spaccio quand’era minorenne ha ottenuto la messa alla prova ma poi una volta tornato in libertà si è perso nuovamente tra le strade delle periferie che non interessano alle istituzioni.

“Sono morto quando sono nato” ripeteva spesso il 20enne di Barra, ricordando le violenze subite dalla madre quando era incinta di lui. Al settimo mese di gravidanza la donna venne aggredita a coltellate dal marito Ciro Valda, ucciso nel 2013 in un agguato di camorra nell’ambito di uno scontro interno al clan Cuccaro di Napoli Est. Una infanzia segnata da violenza e malavita. Poi l’adolescenza vissuta seguendo i miti sbagliati, il tentativo di riabilitazione in comunità (con relazioni positive delle educatrici), la nuova caduta e la tragedia di pochi giorni fa quando per una scarpa sporca (una sneakers Louis Vuitton da mille euro) è nato un putiferio tra le due paranze di periferia.

Il pestone del ragazzo del Rione Traiano, legato secondo gli investigatori ad attività illegali in quella che è considerata la più grande piazza di spaccio a cielo aperto presente a Napoli ed operativa 24 ore su 24. Il rimprovero di Valda e l’invito a prestare attenzione perché quelle scarpe non costano poco. La reazione da guappo (“Te ne compro 10 paia”). La lite e l’aggressione, con il 20enne di Barra nel mirino di 2-3 persone, tra cui anche un uomo di oltre 40 anni. Fino alla tragedia quando, pur di dimostrare che non era un fesso, ha tirato fuori la pistola, sparando prima in aria e poi- sempre secondo la ricostruzione degli investigatori basata sulle testimonianze raccolte da alcune persone presenti –  dopo l’ulteriore provocazione (“Non ci fai paura, è a salve”), gli spari ad altezza uomo con un proiettile che colpisce il Pio di Pianura al cuore.

Un giovane lavoratore che dopo la sua morte ha dovuto anche subire la solita retorica relativa al ragazzo di periferia, proveniente da una famiglia con un papà pregiudicato (che oggi fa il rider per la pizzeria della figlia…), ‘colpevole’ di intrattenersi in strada fino a tarda notte sul lungomare della terza città d’Italia, tra le destinazioni preferite dai turisti di tutto il mondo. Politici che fanno i giornalisti, gli influencer, che occupano sedi istituzionali da anni ma che si dedicano soprattutto a condannare con fermezza tutto quello che accade (anche i clacson dei motorini che, disposti a semicerchio, ricordano Pio nel rione dove viveva) ed ad aizzare gli animi spesso gratuitamente. Politici e istituzioni presenti più che mai in questi giorni. Sabato 25 marzo l’ultima sfilata in occasione dei funerali di Pio in programma alle 15 presso la parrocchia San Lorenzo. A celebrarli monsignor Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, diocesi in cui rientra il quartiere di Pianura.

Intanto il Gip del Tribunale d Napoli Napoli Maria Luisa Miranda ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Francesco Pio Valda, il 19enne accusato di omicidio volontario aggravato dalla finalità mafiosa. Il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.