Sono state settimane di trattative complesse. L’Unione Europea era partita divisa, con Stati convinti della necessità di adottare provvedimenti ancora più duri verso Mosca e altri più titubanti. Tra tutti la Slovacchia, che ha denunciato in questi mesi le ripercussioni sulla propria economia e che ha ricevuto garanzie di dialogo da parte di Bruxelles per togliere il veto. Poi, ieri, l’intesa è arrivata. E i 27 Stati membri dell’UE hanno trovato l’accordo per il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Uno dei più duri, ha sottolineato l’Alta rappresentante di Bruxelles, Kaja Kallas. E la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha spiegato che questo provvedimento, e anche tutti gli altri, “resteranno in vigore finché Vladimir Putin non porrà fine a questa guerra”.

I colpi più duri

L’obiettivo di questo nuovo insieme di misure serve soprattutto a colpire le casse del Cremlino nei settori che alimentano la sua macchina industriale e bellica: l’energia e le banche. In ambito finanziario, l’Europa ha puntato su nuovi divieti di vendita e fornitura di software, insieme ai divieti di transazioni che riguardano altre 22 banche russe. Ma i colpi più duri sono arrivati sul fronte degli idrocarburi, tra le leve più importanti della politica estera di Putin. Nelle nuove sanzioni, il tetto massimo del prezzo del petrolio russo passa da 60 a 46,7 dollari al barile, con l’imposizione di un meccanismo che adatta automaticamente il price gap al prezzo globale dell’oro nero. Sempre per mettere un freno alle entrate di Mosca, le sanzioni europee hanno poi messo ancora una volta nel mirino la cosiddetta “flotta ombra”: quell’insieme di petroliere battenti bandiere di altri Paesi, che non si fanno geolocalizzare, contrabbandano i barili in alto mare, e fanno la spola tra i porti russi e altri scali nel mondo per vendere petrolio o altri beni aggirando le sanzioni.

I pacchetti

Nel nuovo pacchetto, l’Ue ha individuato altre 105 navi appartenenti a questo sistema. E adesso sono 444 le imbarcazioni a cui è vietato accedere negli scali del Vecchio Continente o usufruire di altri servizi legati al traffico marittimo. Sul fronte energetico, l’Ue è poi tornata a interessarsi anche all’utilizzo strategico degli idrocarburi da parte di Mosca. Il pacchetto approvato ieri da Bruxelles prevede infatti un divieto assoluto di realizzare qualsiasi tipo di transazione sui gasdotti Nord Stream 1 e 2, quelli sabotati nel Baltico e che univano i terminali russi alla Germania rappresentando il più grande collegamento strategico tra Mosca e Berlino (e tra Mosca e l’Europa). Da ieri, le sanzioni europee colpiscono così tutti coloro che avranno interesse a siglare contratti sulla riparazione, la manutenzione, il completamento o anche la riattivazione delle due infrastrutture ormai ferme da anni. Una scelta che si unisce anche a un’altra: quella di togliere alla Repubblica Ceca l’esenzione dallo stop all’importazione di petrolio dalla Federazione Russa.

Una campagna dannosa

Un ulteriore segnale di come Bruxelles abbia voluto accelerare anche sul piano politico e strategico, come avvertimento verso Mosca e ai suoi partner. Tanto che nel pacchetto, questa volta, sono state incluse anche due piccole banche cinesi e le aziende di tutto il mondo che forniscono servizi e tecnologie al complesso militare-industriale russo. Un assedio economico approvato anche da Londra, che ieri ha aderito alle nuove misure Ue sull’oro nero russo, annunciando sanzioni a 18 “spie” e a tre unità di intelligence militare russa, ritenuti responsabili di “una campagna online dannosa per diversi anni”. E tutto questo conferma la convergenza ormai sempre più netta tra Regno Unito e Unione europea.

La risposta

Dal Cremlino, la risposta è stata sprezzante. La Russia ha “acquisito una certa immunità dalle sanzioni”, ha detto il portavoce presidenziale, Dmitry Peskov, che ha definito questi provvedimenti “illegali” ma anche “un’arma a doppio taglio per chi li impone”. Mentre da Kyiv, il presidente Volodymyr Zelensky ha definito la mossa Ue “essenziale e tempestiva”, tanto più ora che “la Russia ha intensificato la brutalità degli attacchi contro le nostre città e i nostri villaggi”.