Una condanna a 14 anni di reclusione. È questa la pena inflitta dalla Corte d’Assise di Roma allo spacciatore di origini siriane, Abdulaziz Rajab, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di Maddalena Urbani. La 21enne figlia del medico Carlo Urbani, lo scienziato marchigiano che per primo scoprì e isolo la Sars, morì il 17 marzo 2021 nella casa di Rajab in zona Cassia a Roma per un mix letale di droghe e farmaci.

Nello stesso processo è stato condannata a 2 anni l’amica Kaoula El Haouzi per omissione di soccorso, mentre i Pm lo scorso 18 ottobre avevano chiesto per lei una condanna a 14 anni per concorso in omicidio.

I giudici hanno inoltre stabilito una provvisionale immediatamente esecutiva di 170mila euro a favore della famiglia Urbani.

Ciò che interessava alla famiglia era sapere quello che è accaduto in quella casa. Nel processo è stato accertato che se la ragazza fosse stata soccorsa si sarebbe potuta salvare. Gli imputati hanno atteso oltre 15 ore prima di chiamare il 118 e quando l’hanno fatto era già morta”, hanno detto gli avvocati Giorgio Beni e Matteo Policastri, legali di parte civile della famiglia Urbani, col processo che ha visto madre e fratello di Maddalena costituirsi parte civile.

Attenderemo le motivazioni e ricorreremo in appello convinti del fatto che il mio assistito ha cercato di fare di tutto per salvare la ragazza“, ha invece commentato l’avvocato della difesa di Rajab, Andrea Palmiero.

La notizia della morte di Maddalena arrivò il giorno prima dell’anniversario della morte del padre Carlo, scomparso nel 2003 a Bangkok dopo aver contratto la Sars, sindrome respiratoria acuta grave, che aveva lui stesso scoperto.

Era in missione in Vietnam su incarico dell’Oms. Lì fu chiamato all’ospedale di Hanoi per curare Johnny Chen, un uomo d’affari colpito da una misteriosa malattia: Urbani capì che si poteva trattare dell’inizio di una nuova epidemia e convinse le autorità locali a prendere immediati provvedimenti. Rimase contagiato, ma grazie a lui la Sars non fecero i danni del Covid-19.

Il professore, originario di Ancona, aveva altri due figli, Tommaso e Luca. Consulente dell’Organizzazione mondiale della Sanità e poi appartenente a Medici senza frontiere, nel 1999 ritirò il Premio Nobel per la Pace per l’impegno di Msf — del quale era presidente per l’Italia — in Cambogia, dove lo stesso scienziato si trasferì con la famiglia. Durante la cerimonia a Oslo, Urbani disse: “Il premio non è per noi, ma per l’idea che salute e dignità sono indistinguibili nell’essere umano, che è l’impegno a restare vicini alle vittime, a tutelarne i loro diritti, lontani da ogni frontiera di discriminazione e divisione, che ha avuto un Nobel per la Pace”.

Redazione

Autore