Carlo Urbani la portava spesso con sé nelle sue missioni. Sono tantissime le foto che ricordano lo scienziato marchigiano che scoprì la Sars prima che diventasse una drammatica pandemia, mano nella mano con la piccola Maddalena, la sua amata ultimogenita. Avrebbe compiuto 21 anni il prossimo 8 maggio, è stata trovata morta in un appartamento di Roma in via Vibio Mariano, sulla via Cassia, non lontano dal Raccordo Anulare.
L’allarme è stato lanciato poco dopo le 13 dal padrone di casa, un narcotrafficante siriano di 62 anni costretto ai domiciliari fino a settembre. Ha chiamato il 118 ma per la ragazza non c’era già più nulla da fare. Maddalena sarebbe deceduta per overdose, forse causato da un mix di droghe che le è stato letale. Sarà l’autopsia a chiarire cosa sia successo realmente.
All’arrivo della polizia sono state trovate tracce di droga ovunque. Il siriano ha confermato che la ragazza era sua ospite da qualche giorno e aveva assunto droga. La posizione del siriano è al vaglio degli inquirenti ed è partita la caccia allo spacciatore che avrebbe dato la droga a Maddalena, che potrebbe essere stata tagliata con sostanze tossiche che avrebbero potuto procurarle la morte.
La drammatica notizia arriva giusto un giorno prima l’anniversario della morte di Carlo Urbani, morto 18 anni fa dopo aver contratto la Sars. Giusto il giorno dopo il conferimento da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella della Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia.
Carlo Urbani morì nel 2003 a Bangkok dopo aver contratto la Sars, sindrome respiratoria acuta grave, che aveva lui stesso scoperto. Era in missione in Vietnam su incarico dell’Oms. Lì fu chiamato all’ospedale di Hanoi per curare Johnny Chen, un uomo d’affari colpito da una misteriosa malattia: Urbani capì che si poteva trattare dell’inizio di una nuova epidemia e convinse le autorità locali a prendere immediati provvedimenti. Rimase contagiato, ma grazie a lui la Sars non fecero i danni del Covid-19.
Il professore, originario di Ancona, aveva altri due figli, Tommaso e Luca. Consulente dell’Organizzazione mondiale della Sanità e poi appartenente a Medici senza frontiere, nel 1999 ritirò il Premio Nobel per la Pace per l’impegno di Msf — del quale era presidente per l’Italia — in Cambogia, dove lo stesso scienziato si trasferì con la famiglia. Durante la cerimonia a Oslo, Urbani disse: “Il premio non è per noi, ma per l’idea che salute e dignità sono indistinguibili nell’essere umano, che è l’impegno a restare vicini alle vittime, a tutelarne i loro diritti, lontani da ogni frontiera di discriminazione e divisione, che ha avuto un Nobel per la Pace”.
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