La sostenibilità alimentare
Mangiare funghi e i benefici per la salute grazie alle Micoproteine
I funghi e i benefici per la salute
Si parla molto di “sostenibilità alimentare” poiché è un dato di fatto che in futuro, se non verranno adeguatamente sfruttate le conoscenze in campo biotecnologico, sarà sempre più difficile soddisfare le esigenze nutrizionali della popolazione mondiale. Si definisce un sistema alimentare sostenibile “un sistema alimentare che garantisce sicurezza alimentare e nutrizione per tutti in modo tale che siano create basi economiche, sociali e ambientali stabili per le generazioni future”.
La popolazione mondiale è in espansione e si prevede che supererà i 10 miliardi entro il 2050; alla base di tutto ciò ci sono diverse forze trainanti, tra cui un maggior numero di femmine che sopravvivono fino all’età riproduttiva, un miglioramento dei tassi di fertilità e l’invecchiamento della popolazione.
Nel Regno Unito, ad esempio, si prevede che la popolazione aumenterà del 3% tra la metà del 2020 e la metà del 2030 e che entro il 2040 questo numero raggiungerà i 70 milioni. Considerati questi importanti cambiamenti nella crescita della popolazione, esistono diverse sfide per la sostenibilità alimentare, ad esempio 2 miliardi di individui nel mondo sono in sovrappeso e, all’estremo opposto, circa 2 miliardi soffrono di fame o di malnutrizione.
La necessità di garantire un’adeguata quantità di proteine alla popolazione mondiale sta dunque diventando un punto focale di interesse nel campo della sostenibilità alimentare non solo per l’aumento demografico, ma anche per il crescente fabbisogno pro capite di proteine che è aumentato dai 61gr del 1961 agli 81gr del 2013. Inoltre si deve tener conto dell’impatto ambientale legato all’utilizzo delle fonti proteiche alimentari ed è e logico e indispensabile iniziare a valutare fonti proteiche alternative, sia di origine animale che vegetale come ad esempio le proteine derivate dai funghi e definite come Micoproteine.
La micoproteina è una fonte alimentare completa, consolidata e prodotta in modo sostenibile, ricca di proteine e ricca di fibre, derivata dal fungo Fusarium venenatum che è il componente principale degli alimenti Quorn™️ lanciati nel 1985.
Questo fungo filamentoso fu trovato per la prima volta in campioni di terreno provenienti da un campo situato a Marlow, nel Buckinghamshire, verso la fine degli anni ‘60, e fu utilizzato per sviluppare la micoproteina. Nel 1984 ne fu autorizzata la vendita come alimento dal Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione del Regno Unito.
Da un punto di vista nutrizionale, la micoproteina ha una bassa densità energetica, è povera di grassi totali e saturi e contiene quantità trascurabili di colesterolo, fornisce i nove principali aminoacidi essenziali (AA) e ha un alto contenuto di fibre fornendo 6g di fibre per 100g e un alto contenuto in folati, fosforo, zinco e manganese.
Il One Blue Dot Report della British Dietetic Association che formula raccomandazioni dietetiche sostenibili dal punto di vista ambientale per il Regno Unito, consiglia di aumentare l’assunzione giornaliera di proteine vegetali e di “dare priorità a fagioli e lenticchie, fagioli di soia e tofu, micoproteina (Quorn™️), noci e semi”.
Un recente sondaggio su 188 dietologi ha identificato che il 72% concorda sul fatto che le linee guida EatWell del Regno Unito dovrebbero essere aggiornate per integrare diete sostenibili, e l’82% afferma che la micoproteina dovrebbe essere proposta come fonte alimentare proteica alternativa alle proteine di origine animale.
La qualità biologica di una proteina viene definita attualmente in base al profilo aminoacidico della stessa e, ad esempio nello sport ma anche in clinica quando si deve ottimizzare la sintesi proteica muscolare dopo lo stimolo fornito da un esercizio fisco da sempre, si ritiene che le proteine alimentari – in particolare quelle del latte – siano da preferire alle proteine vegetali per il loro alto contenuto in leucina. Forse, in tal senso, in futuro dovremmo riconsiderare le attuali “sicurezze scientifiche”. Ad esempio un recente studio randomizzato e controllato ha determinato se una dieta a base di micoproteine potesse supportare tassi giornalieri di sintesi proteica muscolare in una popolazione di adulti anziani dopo un esercizio di controresistenza confrontando l’impatto delle micoproteine sulla sintesi proteica muscolare rispetto alle proteine di origine animale e concludendo che i tassi di aumento della sintesi proteica muscolare erano equivalenti.
Un altro aspetto di estremo interesse è l’impatto della micoproteina sulla salute cardio metabolica. Ad esempio, un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter ha valutato come l’integrazione della micoproteina nella dieta possa avere un impatto benefico sulla sensibilità all’insulina, sul controllo glicemico e sul profilo lipidico plasmatico con una azione positiva sulla riduzione dei tassi di Colesterolo-LDL in parte legata all’alto contenuto in fibre presenti nella micoproteina composte per ⅓ da Chitina e per ⅔ da -glucano capaci attraverso un processo di fermentazione a livello del microbiota intestinale di portare alla formazione di acidi grassi a catena corta che favorirebbero il senso di sazietà e un miglioramento del metabolismo energetico. Dovremo dunque in futuro cambiare e sarebbe grave se non lo facessimo. Le attuali convinzioni sull’assunzione delle proteine dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo, sia sulla distribuzione giornaliera delle stesse e sul loro utilizzo – sia in campo clinico per combattere ad esempio la sarcopenia sia in campo sportivo – per ottimizzare la sintesi proteica muscolare post-sforzo.
Una recente revisione della letteratura afferma che le attuali definizioni sulla “qualità delle proteine” sono antiquate e dovrebbero non solo valutare ad esempio il contenuto in leucina delle stesse ma anche l’impatto sulla salute e sull’ambiente portando avanti un concetto di “diversificazione proteica” in cui anche le micoproteine potrebbero rivestire un ruolo di una certa rilevanza per i loro potenziali benefici sulla salute. I funghi, da sempre classificati come un “Terzo Regno” separato a causa della loro distinta organizzazione cellulare dal regno animale e vegetale, possono presentare per le loro proprietà in campo nutrizionale e il loro possibile impatto benefico sulla salute: una sfida per il futuro dell’alimentazione.
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