L’Ursula bis parte male, e lo storico dei voti ottenuti parla chiaro: è il più basso di sempre. Non ci sono dubbi che von der Leyen e Manfred Weber si aspettavano un risultato numerico differente, una validazione più forte del loro progetto. Il leader del Ppe dalla sua non aveva perso tempo e alla vigilia del voto si era spinto a parlare della sua maggioranza che sta “prendendo forma”. La maggioranza di Weber guarda a destra, all’accordo con i conservatori, e non ha in programma concessioni a sinistra. Non è casuale che non abbia ceduto di un millimetro sulle obiezioni avanzate a Fitto e all’Ecr. Weber non vuole che i popolari stiano sotto il ricatto delle sinistre e soprattutto che scontino i compromessi elettoralmente. Le defezioni in casa popolare non sono mancate e la faida iberica non ha avuto fine, con la delegazione del Ppe che – contrariamente al Partito democratico in campo socialista – non ha ceduto e non ha votato per la Ribera.

Ma nel caos generale, nelle guerre intestine tutte di carattere nazionale e nella caccia ai voti necessari per l’Ursula bis, ad aver vinto anche questa partita è stata Giorgia Meloni. Si è imposta sia in qualità di premier che di leader dei conservatori europei. Data per isolata a giugno, Meloni insieme a Fitto ha tessuto la tela e pian piano la trama ha preso forma. Ma il telaio è stato costruito nei 5 anni che abbiamo alle spalle. Una legislatura nella quale Fratelli d’Italia si è trasformata, non solo da forza di opposizione a primo partito italiano, ma da partito definito di “estrema destra” in partito conservatore, uscendo dalla ghettizzazione imposta alla destra antisistema in Europa.

Una scommessa vinta sul piano politico e identitario, non solo perché ha avviato la fase di definizione di un percorso avviato negli anni ‘90 che riguarda l’evoluzione della destra italiana, ma in quanto con abilità e dinamicità ha imposto una rotta nuova e ha cambiato gli equilibri politici in Europa. Nessuna chiusura preconcetta, niente posizioni barricadere. Una destra europea pragmatica in asse con l’ala destra del Ppe, quella di Weber. Una visione espressa chiaramente dalla stessa Meloni ben prima di vincere le elezioni e di varcare la soglia “storica” di Palazzo Chigi allora all’opposizione, “noi saremo quello che il PDL doveva essere e non è stato”. Peccato che gran parte dell’attenzione degli osservatori fosse focalizzata sulle immaginarie gradazioni di fascismo per cogliere quello che stava avvenendo.

Sta prendendo forma il progetto della Cdu in versione italiana. Un partito conservatore, di governo, perno della coalizione di centrodestra in Italia e asse fondamentale in Europa. Primo tassello istituzionale di una svolta verso quella che oggi definiamo “maggioranza Venezuela” e che altro non è che la realizzazione definitiva della maggioranza pensata da Weber. Il lavoro di Fitto in Europa è stato quello del “pontiere” nella costruzione dell’asse con i popolari. Precursore nell’Ecr e uomo delle istituzioni europee, popolare di provenienza e formazione, ha giocato il ruolo chiave e determinante nei nuovi equilibri.

La nuova fase che si apre pone inevitabilmente Meloni in una posizione di forza e il progetto meloniano in una fase positiva a attrattiva. Una destra che non deve spostarsi al centro, ma una destra conservatrice che ha nel realismo politico e nell’interesse nazionale i punti fondamentali della propria dottrina. Una destra capace di incarnare il punto di congiunzione a destra dei popolari. Un ruolo che in Italia rischia nel lungo periodo di marginalizzare la funzione di Forza Italia, oggi gamba nel Ppe e di conseguenza partito ambasciatore delle istanze meloniane nella famiglia popolare. Il progetto di Giorgia è di lungo periodo, e in parte ancora tutto da scrivere. Ma una scommessa è già stata vinta in parte, a Roma come a Bruxelles.

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Nato nel 1994, esattamente il 7 ottobre giorno della Battaglia di Lepanto, Calabrese. Allievo non frequentante - per ragioni anagrafiche - di Ansaldo e Longanesi, amo la politica e mi piace raccontarla. Conservatore per vocazione. Direttore di Nazione Futura dal settembre 2022. Fumatore per virtù - non per vizio - di sigari, ho solo un mito John Wayne.