Editoriali
Non sarà sant’Orban, ma non è neanche Satana…
Orban il cattivo, leader impresentabile, interprete del peggior populismo. Chiunque lo incontra, secondo i benpensanti di casa nostra, viola le regole del politicamente corretto. Non la penso politicamente come Orban, anzi. Registro però alcune cose di cui occorre obiettivamente tener conto.
La prima, il Premier ungherese ha appena vinto le elezioni. Per la quarta volta. La seconda, l’Ungheria ha dimostrato di essere campione nell’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina. La terza, Orban viene descritto come amico di Putin ma, in realtà, come premier nella delicatissima vicenda ucraina non ha mai messo in discussione la compattezza del fronte occidentale. La quarta, è stato ricevuto con tutti gli onori da Papa Francesco e in questo momento sembra che tra i due vi sia sintonia nel cercare di non gettare benzina sul fuoco in un contesto che, ogni giorno, si aggrava in termini di rischi, odio ed incomunicabilità.
E allora? Orban non diventa certo un santo, ma i benpensanti dall’editoriale facile dovrebbero essere più cauti nell’esprimere giudizi su di lui in quanto, tra i vari leader, in questi mesi, non è stato il peggiore. Ugualmente, fuori contesto sono le critiche rivolte a Salvini per l’incontro con il leader ungherese. Il fatto è che più che a far la gara ad isolare questo o quello, in un momento così complicato, sarebbe opportuno avere un unico obiettivo: far cessare una guerra dalle conseguenze potenzialmente devastanti per il mondo intero.
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