È Violeta Nemtanu, madre di Tiberiu Maciuca, patrigno di Alexandru Ivan, a fornire la prima vera ricostruzione dettagliata e apparentemente credibile dell’omicidio del 14enne, ucciso con un colpo di pistola al petto nella notte tra venerdì e sabato scorso nel parcheggio della Metro C di Monte Compatri.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Velletri Giuseppe Boccarrato, la donna ha dichiarato che i tre Petrov Dino, Janco e Ringo, dopo una rissa al bar, avevano intenzione di concludere una disputa iniziata con suo figlio. Una resa dei conti: “Avevano problemi con Tiberiu a causa di episodi passati, tra cui l’aggressione a uno dei suoi figli da parte di Dino con un casco e un tentativo di coinvolgimento di suo figlio Maciuca nel traffico di marijuana, che aveva causato una rottura definitiva dei rapporti. Alex Petrow, fratello di Dino, aveva ingaggiato suo figlio Maciuca per vendere sostanza stupefacente ma, a seguito il suo arresto, i rapporti sono precipitati. I fratelli Petrow pensavano che in qualche modo Tiberiu si fosse fatto arrestare volutamente”.

Nonostante i tentativi da parte della donna di dissuadere Tiberiu dal confronto, quest’ultimo insisteva a causa delle violenze subite. Durante il tragitto verso il parcheggio della metropolitana, la situazione è precipitata: “Quando eravamo in macchina mio figlio Correva come un matto perché era voglioso di affrontarli”.

Gli spari

“Prima ci hanno sfanalato da una delle auto poi ci hanno sparato. Nel corso dell’incidente – continua la donna nella ricostruzione del Corriere della Sera – sono stati sparati colpi a salve da un’auto grigia, quando Maciuca e Petre Katlan, armato di un manico per ascia, avevano affrontato verbalmente il gruppo avversario”. Successivamente, da un’auto grigia di tipo Punto sarebbero partiti spari, mentre un’altra macchina di dimensioni più ridotte si univa all’episodio, sparando verso di loro. Nemtanu ha descritto il momento drammatico quando ha ricevuto la notizia che Alexandru era stato colpito: “Sono tornata indietro e ho visto il giovane fra le braccia di mio figlio”. Nonostante le voci su un coinvolgimento di una terza macchina, la donna afferma di non averla vista e che sicuramente da quella vettura non sono stati sparati colpi di pistola contro di loro.

Redazione

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