L’ha uccisa perché le voci nella testa gli “dicevano cosa fare”, trascinandola dentro l’appartamento che la famiglia di lei gli aveva fittato una decina di giorni prima. Poi è scappato e ha assunto cocaina “per dimenticare quello che era successo quel pomeriggio di martedì primo febbraio. 

È il racconto di Elpidio D’Ambra, il 31enne di Gruno Nevano fermato per l’omicidio di Rosa Alfieri, la 23enne strangolata nella palazzina di via Risorgimento dove entrambi vivevano. Parole scritte nel verbale di tre pagine redatto nel commissariato di Bagnoli, dove il 31enne era stato portato nel tardo pomeriggio di mercoledì dopo il fermo avvenuto nell’ospedale San Paolo di Napoli.

Parole, quelle sulle voci nella testa, che spingeranno gli avvocati difensori Dario Maisto e Mirko Argenzio a dipingere D’Ambra come un uomo tormentato da demoni interiori, incontrollabili: da qui la richiesta, nel corso dell’udienza di convalida svoltasi oggi, di una perizia psichiatrica per dimostrare l’incapacità di intendere e di volere. Per l’avvocato della famiglia Alfieri, Carmine Biasiello, il 31enne era invece perfettamente lucido e capace di intendere e di volere

Ma dal racconto di Elpidio emerge anche l’efferatezza del gesto: “Ho visto Rosa passare davanti alla porta del mio appartamento. L’ho fatta fermare con la scusa di chiederle informazioni su certi documenti. A quel punto ho sentito le voci che mi dicevano di ucciderla perché, altrimenti, loro avrebbero ammazzato me nel sonno. L’ho afferrata da dietro per il collo e l’ho trascinata dentro l’appartamento. Siamo caduti entrambi a terra. Abbiamo sbattuto sulla porta a soffietto che si è rotta. Le ho messo le mani al collo e l’ho strozzata. Poi ho trascinato il suo corpo in bagno e le ho messo il bavaglio in bocca. Avevo paura che potesse urlare, anche se pensavo fosse morta”, sono le sue parole, riportate oggi da Repubblica. 

I demoni nella testa forse dovuti ad anni di cocaina, spingono il 31enne a dire che in quei momenti “non ero io, e con questo intendo dire che era come se fossi obbligato da qualcun altro a fare quello che stavo facendo”.

Se durante l’omicidio non era in sé, D’Ambra dimostra ben altra lucidità nei momenti successivi, quando il padre di Rosa va a bussare alla porta al pian terreno: “C’erano persone che bussavano alla porta, così ho trascinato il corpo in bagno per impedire di vedere a chi era fuori. Ho aperto la porta, ho detto che mi stavano disturbando e poi, preso dal panico, mi sono allontanato”.

Qui inizia un lungo girovagare, durato praticamente un giorno. Da Grumo Nevano va a Frattamaggiore e sale su un treno in direzione Napoli. Nella zona della Stazione Centrale prima compra in un negozio scarpe, pantaloni e un giubbino, quindi con un taxi si fa portare al Rione Traiano dove acquista 3 grammi di cocaina. La notte la passa in strada senza dormire, quindi nel pomeriggio di mercoledì si reca all’ospedale San Paolo: “Ho iniziato a sentire di nuovo le voci. Avevo un fortissimo mal di testa, mi hanno dato un calmante. Volevo essere visitato da uno psichiatra, ma invece sono arrivati i poliziotti e mi hanno portato via”.

Io sto con il dolore della famiglia della povera Rosa”, ha detto la madre di Elpidio. “Quello non voglio più vederlo. Non è più mio figlio”, le parole di Cristina Salas riportate dall’Ansa. 

Nel corso dell’interrogatorio il 31enne, che era tornato in Italia dalla Spagna, dove aveva scontato quattro anni per rapine e furti, ha spiegato di non aver aggredito la ragazza per abusare di lei: “Conoscevo Rosa perché era la mia vicina di casa e ogni tanto mi ha aiutato a meglio comprendere dei documenti per la casa, tipo contratti delle utenze. In totale abbiamo parlato un paio di volte, ma quando passava davanti alla mia porta ci salutavamo cordialmente”.

Ora Elpidio D’Ambra è in carcere: il gip ha infatti convalidato nell’udienza tenuta oggi nel penitenziario di Poggioreale il fermo, disponendo la custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Gli atti adesso saranno trasferiti a Napoli Nord, procura competente per il reato.

Martedì 8 febbraio si terrà invece all’ospedale San Giuliano di Giugliano l’esame autoptico sulla salma di Rosa: le esequie dovrebbero essere previste per il giorno successivo, mercoledì, presso la basilica di San Tammaro di Grumo Nevano. Ad officiarle sarà il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, insieme con i quattro parroci della città. Il sindaco Gaetano Di Bernardo ha fatto sapere che per quel giorno proclamerà il lutto cittadino. Una strada sarà intitolata a Rosa Alfieri.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.