Più omicidi volontari, meno delitti di camorra, più episodi di lesioni, più casi di violenza sessuale. Il 2022 si è aperto con un trend in aumento in relazione a tipologie di reati che incidono sulla sfera sociale più di quanto non lo facciano altri crimini e che inevitabilmente sono anche la spia di qualcosa di perverso che si innesca nel sistema di relazioni, nel vivere civile, nei rapporti interpersonali. La violenza uccide più della camorra. E in un territorio come quello di Napoli e provincia, segnato da un’altissima presenza della criminalità organizzata, è un dato che deve far riflettere tutti.

A partire dalle istituzioni, dalla politica. Perché il dato non vuol dire che la pressione malavitosa è calata, ma che la violenza è aumentata. Per quanto tempo ancora bisognerà fare la conta delle vittime della violenza del branco o di quella di genere che sta diventando la più diffusa. È di nemmeno 48 ore fa la notizia della morte di una ventitreenne a Grumo Nevano, paesone nell’hinterland di Napoli. Si chiamava Rosa Alfieri, è stata trovata strangolata nella casa del vicino di casa, il trentunenne Elpidio D’Ambra arrestato ieri dopo una fuga durata ventiquattr’ore. Sembra che il movente di questo delitto sia passionale, che lui abbia tentato un approccio e al rifiuto di lei l’abbia strangolata con una sciarpa. Sembra, perché le indagini sono ancora in corso. Quel che è certo è che Rosa è stata assassinata. Terza vittima dall’inizio di questo 2022. Un bilancio già drammatico.

Come fermare questa deriva violenta? Come salvare le donne dagli uomini violenti e gli uomini violenti dalla loro incapacità di gestire i no, di non cedere all’aggressività, di non armarsi e uccidere? Negli ultimi trent’anni la crescita del fenomeno sinteticamente chiamato “femminicidio” è stata esponenziale. A Napoli, dicevamo, la violenza ha fatto più vittime. Nel 2021 si sono registrati 196 casi di violenza sessuale (il 28,10% in più rispetto all’anno precedente), 4.242 episodi di minacce (+2,22%), 816 casi di percosse (+12,86% rispetto al 2020), 3.028 episodi di lesioni (+7,72%). Un aumento del 42,31% ha segnato il bilancio sugli omicidi volontari: 37 omicidi in un anno, 71 quelli tentati. Anche la violenza di genere è un fenomeno preoccupantemente in crescita. Da poco più di due anni c’è una normativa speciale, il Codice rosso, che prevede un avvio più rapido delle indagini nei casi di violenza di genere, misure e pene più severe per chi commette questo tipo di reati, protezione e supporto per chi denuncia.

Ma di fatto non si ferma la scia di sangue. Sicché a Napoli arrivano dinanzi al giudice delle indagini preliminari due fascicoli al giorno, le denunce sono molte di più. Poi non tutte arrivano a processo. Si tratta, spiegano gli inquirenti, di processi che spesso si caratterizzano per le frequenti ritrattazioni da parte delle persone offese, la cui presenza in udienza viene spesso ripetutamente sollecitata in sede di citazione, con conseguente allungamento dei tempi di definizione, e sono processi che spesso si concludono con sentenze di di assoluzione. Lo dicono le statistiche: nel 2019 ci sono state 26 condanne e 11 assoluzioni; nel 2020 23 condanne e 26 assoluzioni, nel 2021 13 condanne e 11 assoluzioni.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).