Sul valzer dei ruoli apicali in Unione europea già stasera potranno arrivare decisioni ufficiose. Questa volta, alla vigilia, non sembra esserci spazio per particolari sorprese con i leader del continente avviati verso scelte già anticipate. Innanzitutto, la conferma di Ursula von der Leyen alla Commissione Ue per un secondo mandato di cinque anni. I media e gli ambienti europei sembrano concordi nel prevedere una sua rielezione. D’altronde è la Spitzenkandidat del Partito Popolare europeo emerso dalle elezioni ancora una volta come primo gruppo nelle istituzioni di Bruxelles. E negli scorsi mesi von der Leyen ha lavorato per convincere i capi di governo o di Stato. Secondo il Financial Times, in vista dell’incontro di stasera tra i leader europei “non si sta discutendo nemmeno un possibile risultato diverso”.

Nomine in Europa, von der Leyen verso la conferma come presidente della Commissione Ue

Von der Leyen, quindi, veleggia verso un secondo giro a Palazzo Berlaymont. I possibili suoi oppositori in Europa, come il francese Emmanuel Macron o il tedesco Olaf Scholz, che potevano provare a mettersi di traverso indicando altri nomi, sono usciti indeboliti dalle elezioni europee. La conferma di un accordo a portata di mano arriva dal premier greco Kiriakos Mitsotakis in un’intervista al Messaggero: “Fidatevi di me, l’accordo andrà in porto. Sono molto fiducioso che riusciremo a eleggere Ursula von der Leyen, un’altra volta, presidente della Commissione europea. Anzi sono sicuro che si troverà l’intesa su di lei”. “Ma certo, andremo su di lei, la maggioranza finora ha funzionato bene e Ursula se lo è meritato” ha aggiunto Mitsotakis, parlando anche della prossima maggioranza all’Europarlamento: “Abbiamo già una maggioranza per decidere i top-jobs questa sera. Ed è una maggioranza che al momento non coinvolge i Conservatori europei. Ci atterremo a questa”.

Nomine in Europa, presidente del Consiglio e Alto rappresentante per la politica estera

Le altre nomine di peso in Europa, quella del presidente del Consiglio e dell’Alto rappresentante per gli affari esteri sono anch’esse abbastanza indirizzate, ma forse meno certe. Per prendere il posto di Charles Michel è in prima fila il portoghese Antonio Costa, che ha dalla sua il fatto che sarebbe indicato dal partito socialista. Un po’ come lo sarebbe l’italiano Enrico Letta, altro nome in circolazione.

Mentre per il ruolo che oggi è ancora di Josep Borrell, quello di capo della politica estera dell’Ue, la figura che potrebbe mettere d’accordo tutti è la premier estone Kaja Kallas. Un profilo intransigente contro la Russia, vista la sua provenienza baltica, e totalmente a favore del sostegno all’Ucraina. Un elemento che gioca a suo favore.

Prossimo esecutivo europeo, Meloni e l’Italia vogliono un commissario di peso

Nel frattempo, Giorgia Meloni sta cercando di giocare la sua partita interna per strappare la nomina di un commissario di peso all’interno del prossimo esecutivo europeo. La premier italiana in questi ultimi vertici internazionali, dal G7 alla Conferenza di pace in Svizzera, ha avuto modo di parlarne in via ufficiosa con gli altri leader europei. La volontà di Roma è confermata anche da Antonio Tajani, rappresentante del Partito popolare europeo che ha parlato anche della possibilità di un impegno per Letta: “Per noi del Ppe ha un profilo sicuramente importante anche perché viene dalla tradizione democristiana. Ma credo davvero sia prematuro fare nomi. Sicuramente come Italia chiederemo un commissario di peso e un vicepresidente”. Il leader di Forza Italia ha anche specificato quali sono i dossier più caldi: a Fi “interessano ruoli che sono parte strutturale del nostro programma per esempio la materia delle riforme, la commissione Affari costituzionali e la politica industriale”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. Il governo Meloni – forte del proprio consenso interno e del peso che la premier italiana può giocare come presidente del gruppo dei Conservatori – punta ad indicare almeno un vicepresidente della Commissione e magari un Commissario che possa intervenire sui temi caldi per l’Italia: immigrazione o economia.