Trentasei pagine di dichiarazione conclusiva. Il G7 in Puglia, nel resort di Borgo Egnazia, si conclude oggi con i leader dei grandi della Terra che, dopo alcuni vertici bilaterali, lasceranno l’Italia. Molti si ritroveranno in Svizzera da domani nella conferenza di pace per l’Ucraina. In questi due giorni hanno discusso su diversi temi per poi firmare le dichiarazioni finali, un documento in cui si cerca sempre di tenere insieme tutti i dossier caldi, esprimendo una posizione più o meno comune ma senza grandi effetti concreti.

G7, la posizione sulla guerra in Ucraina e a Gaza

Non solo in Svizzera. Della guerra scatenata dalla Russia si è parlato molto anche al G7. Dopo l’accordo trovato sull’uso degli asset russi, con 50 miliardi di dollari diretti verso Kiev, i leader occidentali concordano sul sostegno all’Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario: “Un segnale inequivocabile al presidente russo Vladimir Putin“. Nella dichiarazione conclusiva c’è anche l’appoggio all’aumento dell’assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza, e soprattutto al cosiddetto piano di Joe Biden su un possibile cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi. Condizioni necessarie per raggiungere una pace “che conduca a una soluzione a due Stati”.

G7, i successi strappati da Giorgia Meloni: piano Mattei e migrazioni

Nelle 36 pagine di dichiarazioni, sono presenti anche due riferimenti che Giorgia Meloni, padrona di casa al G7, può sventolare come successi agli occhi dell’opinione pubblica italiana ed europea. Roma, infatti, ha incassato il sostegno dei Grandi sul piano Mattei per l’Africa. L’iniziativa lanciata dal governo Meloni è in verità ancora rimasta molto sulla carta. Ma intanto, grazie alle pressioni dell’Italia, nel testo si può leggere una citazione del progetto nominato in onore dell’imprenditore e dirigente pubblico italiano, per quanto possa valere. “Il Partenariato del G7 per le infrastrutture e gli investimenti globali, comprese iniziative come il Global Gateway Ue, offre un quadro che utilizzeremo per promuovere la nostra visione di infrastrutture sostenibili, resilienti ed economicamente sostenibili in Africa, sostenute da una selezione trasparente di progetti, appalti, e finanza. In questo senso, accogliamo con favore il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia”, si legge nel testo del G7.

L’altra questione di cui Meloni può appropriarsi è la conclusione sull’approccio alle migrazioni. “Abbiamo lanciato la Coalizione del G7 per prevenire e contrastare il traffico di migranti”, si legge nel comunicato finale. I grandi sottolineano “l’impegno collettivo e la cooperazione rafforzata sulla migrazione, per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che essa presenta, in partenariato con i Paesi di origine e di transito“. “Ci concentreremo sulle cause profonde della migrazione irregolare, sugli sforzi per migliorare la gestione delle frontiere e frenare la criminalità organizzata transnazionale e sui percorsi sicuri e regolari per la migrazione” si legge ancora. Un tema che Meloni ha affrontato in casa con l’accordo con l’Albania, ma sensibile anche per altri leader presenti a Borgo Egnazia: Rishi Sunak su tutti, con il piano Ruanda che probabilmente non vedrà mai luce, ma anche Biden negli Usa.

G7, il nodo su aborto e diritti Lgbt

Dopo le discussioni riguardo la presenza della parola ‘aborto‘ nel testo, che alla fine è stato tagliato dal documento, l’altro nodo è stato quello sui diritti Lgbt. “Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone Lgbtqia+ in tutto il mondo” è stato il passaggio, inserito nel capitolo ‘Gender Equality’, negoziato alla fine dagli sherpa dei paesi.