Il cadavere di Philip Rogosky è stato ritrovato nella scorse ore a Roma, nella Riserva Naturale dell’Insugherata, in zona Cassia. Sarà la famiglia a accertarne ufficialmente l’identità, e gli esami autoptici ad accertare le cause del decesso. Era scomparso più di due mesi, fin quando, domenica mattina, un frequentatore del parco ha notato il corpo steso in terra, nascosta tra la vegetazione e con la testa ricoperta da un sacchetto di plastico. La notizia viene riportata dal Corriere della Sera che aggiunge che l’esposizione alle intemperie ha alterato gli indumenti e il corpo senza vita: si sospetta che che la morte possa risalire ad alcune settimane fa. Accanto al cadavere è stato ritrovato un tubo collegato a una bombola di gas elio, ma sarà l’autopsia a confermare la vera di morte.

Chi era Philip Rogosky, il mistero sulle cause del suo allontanamento

Descritto come un uomo mite, equilibrato e apprezzato nel suo settore, Philip Rogosky era un manager cinematografico di 56 anni di origine tedesca ma cittadino italiano. Era scomparso da circa due mesi, lunedì 29 gennaio, dopo essere uscito di casa alle 9 del mattino. Da allora il suo telefono è rimasto spento. La città era tappezzata da volantini, e del caso si è occupata anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’.

Alcune settimane fa, la blogger tedesca Martina Kliem, con un post su Facebook, affermava di aver visto Rogosky in via dei Coronari, la strada in cui viveva. Secondo alcuni l’uomo stava cercando rifugio in luoghi familiari in uno stato di confusione. Ancora dubbi sulle cause del suo allontanamento: si era parlato di un possibile collegamento con un documentario sulla Russia che il manager stava preparando, con annesso incontro con un collega straniero poco prima della scomparsa. Alcune voci suggeriscono che potrebbe essere stato drogato o avvelenato per motivi legati alla sua attività, ma al momento nessuna ipotesi ha riscontro.

Redazione

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