Ci avevano già provato nel corso degli anni, ma spesso senza fare breccia nel cuore degli utenti di TikTok, ora però con l’imminente appuntamento elettorale, l’invasione dell’ex social dei balletti è iniziata in grande stile. A guardare i freddi numeri parrebbe davvero un successo generalizzato, soprattutto per chi ha accumulato milioni di visualizzazioni in pochi giorni. Ma la cosa più evidente è che si è generato il solito fenomeno del “tifo da stadio” con le solite due fazioni pro e contro, ed è proprio questo fenomeno che ha dato la più vasta visibilità allo sbarco dei politici nostrani su TikTok, una specie di moltiplicatore di visibilità gratuita ben conosciuto dagli esperti di settore.

Sebbene i candidati abbiano puntato su TikTok per scovare nuovi elettori, soprattutto fra i giovani, l’effetto è stato quello di far parlare di loro ovunque, soprattutto fra gli altri social, infatti è tutt’oggi uno degli argomenti più discussi in molte piazze sociali digitali. Ma la domanda più importante da porsi è se accumulare tutte queste visualizzazioni dirette su TikTok possa portare benefici in cabina elettorale, aldilà delle lunghe e spesso accese discussioni dei frequentatori dei social media basate più che altro al suddetto tifo da stadio. Sarebbe ovviamente il sogno segreto di ogni candidato trasformare le views in voti, ma purtroppo questa magia non si potrà avverare perché la viralità di un video difficilmente è spendibile e quindi è improbabile che chi è favorevole alla parte avversa cambi l’intenzione di voto, così come gli indecisi esigono di più per prendere una decisione.

Ma c’è una interessante riflessione che può portare acqua al mulino di chi si è messo in mostra su TikTok, anche se in un modo lontano anni luce dal linguaggio della piattaforma in questione: la generazione di nuovi voti attraverso la stimolazione di quei ragazzi che non si erano mai interessati di politica. Infatti i video di maggior successo (e spesso criticati) dei politici su TikTok riusciranno a creare curiosità verso le questioni politiche italiane proprio presso chi non avrebbe mai avuto occasione di conoscere i candidati in quanto all’interno della propria bolla esente dalla politica, che da qualche giorno viene invasa dai candidati più attivi, grazie ad un algoritmo che premia i contenuti più popolari, che possono essere i video originali oppure i meme che stanno impazzando o addirittura di video critici di vari influencer, che hanno l’utilità di portare sullo schermo dei meno interessati, questioni politiche fino a ieri assenti dal social dei video brevi.

Alla fine a ben guardare, nel bene e nel male, l’invasione di campo dei partiti politici e dei candidati su una piattaforma così lontana da loro, avrà il pregio di aver portato argomenti inusuali davanti agli occhi di centinaia di migliaia di utenti e di aver scatenato una discussione attorno a temi politici fino a ieri poco presenti su TikTok. Dal mio punto di vista quando una azione amplia la possibilità delle persone di avere più informazioni, aumenta la pluralità delle voci in campo e di conseguenza la possibilità di essere maggiormente coinvolti, in questo caso, senza filtri.

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Docente e consulente di digital marketing e reputazione online, divulgatore della cultura digitale in Italia.