Una settimana, 2800 soldati, 25 aerei, sei navi. Sulle coste vicino Cadice in Spagna sono partiti i test dell’Unione Europea per prepararsi a operazioni militari e soprattutto agire senza il supporto della Nato. L’esercitazione Livex, una componente della ‘Military Exercise 2023’ (Milex), è la prima condotta dall’Ue in cui viene previsto un proprio comando generale operativo. Un quadro completamente nuovo per l’Unione, che prima di oggi si era sempre affidata alle strutture integrate Nato, capaci di agire su più fronti e con operazioni enormi. Bruxelles, grazie alla Bussola Strategica, sta cercando di rafforzare iniziative simili per colmare questo gap, per arrivare a poter muoversi – se mai servirà – in totale autonomia rispetto ai comandi dell’Alleanza Atlantica.

Gran parte dei soldati impegnati (1800) provengono dalla Spagna, altri 200 dal Portogallo. Importante l’apporto della Francia con 600 tra uomini e donne; il capitano francese Adrien Schaar ne ha spiegato i motivi a Politico: “Dimostra chiaramente l’impegno di Parigi nel promuovere l’autonomia strategica europea”.

La Francia, infatti, da tempo sta spingendo per una maggior indipendenza dell’Ue, con l’obiettivo di farla diventare una vera potenza anche militare, con Parigi capofila si intende. L’anno prossimo le esercitazioni saranno probabilmente in Germania, ma anche lì la Francia non farà mancare il suo apporto.

Per l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, Livex è “una nuova pagina nella Difesa Ue”. “Dobbiamo essere pronti ad agire per proteggere i nostri cittadini e contribuire alla stabilità globale” ha detto Borrell, rimarcando i fronti aperti nel mondo. L’Ue sta compiendo piccoli passi in avanti sul fronte della Difesa, con l’orizzonte del 2025 in cui avere una vera forza militare da dispiegare.

Ma la strada per l’esercito comune rimane lunga, a resistere sono sempre i soliti interrogativi: ci sarà la volontà politica di usare lo strumento militare quando serve? L’opinione pubblica dei Paesi europei è pronta all’eventualità di un suo utilizzo esterno? Riusciranno i 27 membri ad avere, almeno su alcuni dossier, una politica estera unica? Domande a cui in teoria dovrebbe rispondere Borrell.