I conflitti
Putin attacca un treno a Dnipro. E la Nato sta a guardare quelle 12 notti in Medio Oriente sotto la regia di Trump
L’ennesimo attacco a strutture civili. Questa volta a un treno a Dnipro. Fino ad oggi tra gli obiettivi da non colpire. Mai. Per questo, alla stazione di Przemyśl, quando ti imbarcavi per Kiev, non avevi mai il timore che ti attaccassero. Prima. Ora, invece, si contano 279 persone ferite, di cui 27 bambini, e 16 morti. E così, mentre la Nato si è riunita in Olanda, Putin ha continuato la sua campagna bellica su civili, soprattutto donne e bambini. Sempre ostacolato dalla resistenza ucraina, dopo più di tre anni e mezzo di lacrime e sangue, incredibili perdite e un’economia a pezzi. Però continua. Il ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra manda giù il rospo di dover annunciare al mondo che non importa che gli americani hanno aggredito il suo principale fornitore di droni e missili, l’Iran, e fare buon viso a cattivo gioco. Ma continua e rilancia perché, ha di fatto dichiarato a San Pietroburgo l’altro giorno, l’Ucraina è sua e la vuole tutta.
E la Nato? L’Alleanza atlantica è stata a guardare quelle 12 notti in Medio Oriente sotto la regia di Trump. E assiste agli eventi in Ucraina. “La Russia è più forte di ognuno di noi presi da soli, ma molto più debole di tutti noi uniti”, si è sgolato per l’ennesima volta Zelensky di fronte al Parlamento olandese, dopo la foto ricordo con gli altri Paesi Nato, di cui è membro a pieno titolo. Di fatto, però, non di diritto. Perché non può ancora invocare l’articolo 5 del Trattato che prevede l’intervento di tutti in caso di attacco a uno. “Uno per tutti e tutti per uno” rimane, per ora, solo sulla carta. Invocata l’ultima volta proprio da Washington nel 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle. E per il futuro? Sono settimane che Putin continua a dire che non aggredirà mai un Paese della coalizione atlantica, ma intanto ammassa cospicue unità militari a Nord Ovest, al confine con Finlandia, Estonia, Lettonia.
La Nato aspetta gli eventi in Ucraina. E aumenta, sì, al 5% del Pil i fondi, da qui al 2035, da parte degli Stati, con soddisfazione di Trump che lo chiedeva da anni. Mentre continuano gli attacchi a treni e strutture civili ucraine, senza che all’orizzonte vi sia la minima parvenza di un cessate il fuoco. Come quello tra Iran e Israele. Dopo soli 12 giorni. E Putin continua la sua aggressione contro la resistenza di Kyiv. Anche grazie a Trump, che però – per ora – ha deciso di non usare qui la stessa determinazione messa in campo per Iran e Israele.
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