C’è una prima volta per tutto e per tutti, anche per Re Carlo III. A 75 anni il monarca del Regno Unito ha tenuto il suo primo discorso davanti alle Camere riunite, il suo primo King’s Speech. L’evento segna l’inizio di un nuovo anno di lavori del Parlamento britannico, durante il quale il re o la regina, legge i punti programmatici della politica del governo.

I precedenti

È stato il primo “King’s speech” di Re Carlo III, dopo  che l’anno scorso lo aveva letto lui stesso ma in vece della madre. La regina Elisabetta pronunciò 67 discorsi durante il suo regno, saltandone solo pochi, tra cui – appunto – nel 2022, l’anno della sua morte.

Oltre a essere il primo “King’s speech” di Carlo, il discorso di oggi è stato anche il primo dopo 73 anni pronunciato da un re e non da una regina. L’ultimo era stato pronunciato da re Giorgio VI nel 1950.

La tradizione del King’s speech

La cerimonia risale a secoli fa, con tutta una serie di riti tradizionali, tra cui la perquisizione di Westminster alla ricerca di polvere da sparo. Una tradizione derivante dal 1605, anno dell’attentato organizzato da Guy Fawkes, denominato ‘the Gunpowder plot’ o “congiura delle polveri” in occasione dell’apertura dei lavori delle Camere in cui cercò di uccidere re Giacomo I e i parlamentari.

Sempre a margine del King’s speech, prima del discorso si è svolto il rito del rifiuto al Black Rod. L’alto inviato della Camera dei Lords bussa tre volte ai Comuni prima che le porte si aprano, con i deputati che accettano così di trasferirsi nella House of Lords, per prendere parte al rito.

Il discorso e l’agenda del governo Sunak

Il discorso del re nel Regno Unito è in realtà poco e nulla del re ma molto del premier. Il testo è infatti scritto da Downing Street e riflette l’agenda del governo per il prossimo anno. Il primo effettivo King’s speech di Carlo è anche stato il primo per il primo ministro Rishi Sunak.

Nel testo, letto dal monarca in modo più imparziale possibile, il governo ha elencato le proprie priorità, tra cui gli investimenti nei trasporti, leggi per impedire ai bambini di fumare, condanne più severe per i trasgressori. Il focus posto dal premier ha riguardato proprio la giustizia e la criminalità, anche se non con grandi novità proposte, per alimentare l’idea di un Regno Unito più sicuro. Un passaggio significato è stato quello sulla Brexit, in cui il governo – come letto dal re – si è impegnato ad approfittare “delle libertà concesse dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea“.

Per Sunak, il testo rappresenta la propria visione per “una Gran Bretagna migliore”, mentre dall’opposizione i laburisti di Keir Starmer e i liberal democratici ritengono come siano state solo “minestre riscaldate”.

Singolare il momento in cui Re Carlo ha dovuto leggere un passaggio sul sostegno a “future concessioni di licenze per nuovi giacimenti di petrolio e gas” e all’industria energetica. Un punto del programma di governo conservatore, in contraddizione con gli ideali ambientalisti più volte espressi dal monarca. Per questo i commentatori hanno fatto attenzione al volto del Re, cercando qualche segno di disappunto durante la lettura.

Le proteste al Re Carlo: “Not My King”

Nel percorso che ha portato Re Carlo III da Buckingham Palace a Westminster, la carrozza Diamond Jubilee State in cui era presente anche la regina Camilla è stata scortata dal tradizionale corteo con i cavalli della Royal Guard. Lungo il tragitto per le vie di Londra, i simpatizzanti della famiglia reale hanno salutato il Re, ma centinaia di militanti repubblicani hanno inscenato a Parliament Square una protesta contro la monarchia britannica. Circa 500 persone si sono infatti radunate con i classici cartelli gialli del movimento repubblicano, sventolando bandiere e gridando “Not My King“.